04/03/2018.
E ci risiamo. Il 2018 segna di nuovo le democratiche elezioni del governo per ridare la parola ai cittadini. Sui social i felloni si arrovellano nei più coloriti slogan, le promesse piovono a fiumi, gli arruffianamenti delle sacche di voto coprono ogni singolo angolo della società.

Tra i candidati c’è chi si affabula i cacciatori, chi gli animalisti, chi gli industriali, chi gli ecologisti, chi pensa ai più deboli, chi vuole il voto dei disagiati, chi dei panettieri e chi dei pasticceri. Curiosamente c’è chi vuole entrambi e crea lo slogan sia pro, che contro.

Non si butta via nulla durante le elezioni. I vitalizi e gli stipendi parlamentari d’Italia sono tra i più lussureggianti d’Europa, se non del mondo:

Un paese che dopo 25 anni di queste scellerate leggi sperpera-soldi soffre oramai l’infamia del declino, se lo si guardasse negli occhi, si noterebbe la stanchezza e l’afflizione dello sconforto e della vecchiaia.

Vige ancora l’hype delle elezioni! L’individuo si sente importante e perfettamente schierato (quel giorno..) difendendo a spada tratta, cellulare alla mano, tutte le innovazioni e leggi del suo partito di appartenenza. E’ come tifare la squadra di calcio, esattamente uguale, con esiti ben diversi alla fine… purtroppo. C’è poi chi si pavoneggia dietro agli slogan del proprio partito quasi fossero ideali suoi, maturati dopo lunghe riflessioni di macro-economia. C’e’ chi pensa in grande, chi pensa in piccolo, e chi in una pulizia sociale di massa dove tutti coloro a lui sgraditi vengono epurati, e gli lasciano li, per terra, tutte le ricchezze che possedevano. C’e’ chi pensa a cose che non capisce, come la gestione di una azienda idealmente funzionante, e chi, secondo lui, potrebbe favorirla così, per sentito dire. C’e’ ovviamente anche il grande classico, il sostenitore di “destra” o “sinistra“, due concetti effimeri creati apposta per schierare il popolo, l’uno contro l’altro, mentre gli esponenti delle due fazioni si fanno beatamente le leggi a loro più consone.

Senza accorgerci di nulla, abbiamo consentito che i ricchi divenissero ancora più ricchi, mentre i diritti sparivano uno a uno. Per esempio fa più notizia la squadra del cuore che perde dell’abrogazione dell’articolo 18 sui diritti dei lavoratori. Anzi, l’effetto mediatico che circonda la notizia ci fa credere convinti che sia stata necessaria e utile. Ora la difendiamo persino, come fosse una conquista.

E tutto questo a discapito di una popolazione senza diritti, lavoro, e cio’ che è peggio, memoria. E chi ha mai tempo di informarsi quando gli manca il pane sotto ai denti? Basterebbe una ricerca in google per capire l’entità del danno…

L’effetto mediatico dei giornali ha deciso tutto della nostra vita. Abbiamo persino rifiutato d esprimerci pur di avere un barlume di promessa migliorativa, poi chiaramente disattesa. Pensiamo ad esempio a cosa abbiamo approvato qui:

L’occasione offerta su un piatto d’argento di far pagare un corrispettivo a chi di soldi ne ha migliaia, oltre che a dare un impulso alla costruzione di città più pulite e eco-sostenibili… chiaramente abbiamo fallito.

Italia Italia Italia! Pensatori, artisti, innovatori e musicisti! Sole mare vento e montagne! Il Bel Paese, il più bel paese al mondo, è oggi inospitale e invivibile. Sostenersi economicamente è un problema serio… Avevamo tutto, ora non abbiamo più nulla.

Anni di fallimenti e di intenti mancanti, false promesse, arruffianamenti di voti, bugie, mafia, decreti legge anzichè più corretta discussione parlamentare. Cosa ci dovremmo aspettare ora?

Il popolo italiano è oramai alle strette, ma le persone non sono certo più intelligenti, o più informate o più oculate nelle scelte quando sono alle strette. Sono in quello stato e basta. Ciò che si deciderà in queste ore è un surrogato dettato dalla permeabilità mentale del popolo all’informazione di massa, tra chi guarda il colore del simbolo, chi si informa solo su TV e giornali (che percepiscono finanziamenti pubblici ed a essi volgono la loro fede), chi si crede più avanti ascoltando i dibattiti anche sulle “radio” (mentre è in colonna), e chi si informa su Youtube (la sera tardi), o Google search o su giornalini e giornalacci che nemmeno questo blog rasenta di associarsi.

La vera informazione però dovrebbe essere costituita dai FATTI. I fatti sono quella evidenza non mistificabile che qualcuno ha adoperato le proprie energie per far accadere certe cose. I fatti, dovrebbero essere la metà della nostra scelta.

Non credere a nulla di ciò che senti e credi a metà di ciò che vedi
(recita un proverbio deli nostri avi)

Eppure i fatti non li vediamo, ce li dicono i giornali e le TV. Il quinto potere , finanziato dalla politica, ci mostra i fatti. Beh, va da se che scegliere le fonti di informazione giuste è praticamente il nostro più alto sforzo. Quello che dobbiamo fare è quello. Cercare la giusta fonte di informazione.


https://rumble.com/v15reuu-quinto-potere-sono-incazzato-nero-e-tutto-questo-non-lo-accetter-pi.html

Scena tratta dal film: Quinto Potere – 1976


Le regole per uscirne sono queste:

  1. LETTURA – Cosa sto vedendo? politica/cronaca/altro – isoliamo a informazione di stampo politico
  2. RICERCA – A chi appartiene questo giornale/telegiornale? Identifichiamo i proprietari, soci e dirigenti del giornale (questa e’ la parte più difficile, cercare informazioni relazionate in modo indiretto)
  3. VERIFICA – Chi finanzia questo giornale/telegiornale? Questo socio ha delle cause pendenti? Sono persone pulite o il loro comportamento lascia dubbi pesanti?

Dedotte le informazioni dalla rete, cercando di trovare siti attendibili come per esempio wikipedia o interviste su youtube o equivalenti, si può in qualche modo identificare già i contenuti di quel “vettore di informazioni”. Noterete che certi articoli sembrano fare luce anche sui loro Soci finanziatori, informando le masse che un’inchiesta è stata aperta. Ma noterete anche, nel tempo, che i termini sono diminutivi nei loro confronti, mentre quando si tratta di affossare un papabile avversario partono: titoli fuorvianti, titoli in prima pagina, immagini imbarazzanti (i soliti scatti di espressioni facciali non sempre fotogeniche), continui sviluppi di articoli copia/incolla sulla vicenda. La reiterazione della notizia per settimane è una delle usanze predilette da questa falsa informazione.

Il concetto di “opinione pubblica” è di fatto nato con l’avvento della TV. Tanto tempo fa i giornalisti erano la fauna principale delle TV. Poi arrivò il finanziamento pubblico ai giornali, documentato tra gli intenti del gruppo massonico identificato come “P2” (propaganda 2).

Le persone «da reclutare» nei partiti, dal canto loro, dovevano ottenere addirittura il «predominio» (testuale) sulle proprie organizzazioni. […] i giornalisti «reclutati» avrebbero dovuto «simpatizzare» per gli uomini segnalati dalla Loggia. […]
Wikipedia – P2

Ciò che è stato compreso sin dall’inizio degli anni ’90, e’ che:

Chi possedeva l’informazione, possedeva la “verità e la memoria” delle cose.

Se chiedete ad un uomo medio degli anni ’50 e ’60 da dove attinge le informazioni e a cosa crede in modo dogmatico, risponderà il TG. Tra i più “svegli” c’è chi ha notato una leggera storpiatura delle notizie tra un TG ed un altro.

La verità è che l’informazione, o giornalismo se vogliamo, in Italia è pressochè morta. Non siamo più informati e questo “Quinto potere” è il motivo, velato e strisciante, nel nostro più grande fallimento.

Chi non vuole riconoscere questo, non ha capito nulla degli anni che vanno dal 1990 al 2018, e di come lobby e la criminalità si siano insinuati in ogni organo di potere.

Oggi le elezioni decideranno attraverso il “Rosatellum” cosa il popolo italiano, democraticamente, prediligerà. La precedente legge elettorale, il “porcellum”, è stata dichiarata anticostituzionale qualche anno dopo, ma il governo ha legiferato comunque per 5 anni e con largo utilizzo del meccanismo di maggioranza e dei decreti legge. Una corsa disperata per creare leggi prima che il tempo fosse scaduto. L’attuale maggioranza politica infatti riceverà inesorabilmente la risposta cittadina di questo modus operandi dai suoi stessi elettori…  per lo meno quelli correttamente informati.

Non stupitevi comunque se il risultato finale non  sarà congruente alle vostre aspettative, non tanto sui voti, ma quanto sui seggi assegnati. L’apoteosi delle ammucchiate tra partiti, incompatibili tra loro, sarà il fulcro dell’imbararazzante esito finale dei seggi di Camera e Senato.

Ma non sentiamoci troppo responsabili. E questo anche perchè l’informazione, dopotutto, è quella che è.

Posizione dell’Italia nel grafico sulla Libertà di Stampa e Informazione 2017 (ansa)


Elezioni secondo Fantozzi

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_Lord Hol Napult_

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