Archive for the ‘Prima Divisione Aquile’ Category

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Buongiorno softgunner infangati,
anche a questo giro di giostra ci concentreremo sugli aspetti che un orologio deve avere per essere efficace sul campo di battaglia. Le mie precedenti recensioni spero vi abbiano consigliato (o sconsigliato) nei precedenti acquisti, ma quando il nostro bistrattato orologio da softair termina le sue funzioni vitali, urge la necessità di cambiarlo con un modello più consono alle specifiche del combattimento. Ovviamente restando in costi estremamente bassi.

In questa recensione tecnica vedremo se il Casio Illuminator (AE-1500WH-1AVEF) soddisfa i requisiti. Lo potrete trovare su molti siti tra cui Amazon e affini, al costo generico di 25/35 euro (2022).

Amazon
Ebay (esempio)
Stroili (esempio)

Caratteristiche tecniche

Disponibile in 3 versioni, nero, nero con display negativo, e Tan, ecco le caratteristiche tecniche.

  • Luce LED Un diodo per l´emissione di luce è utilizzato per illuminare il quadrante.
  • Cronometro – 1/100 sec – 24 ore Rilevazione del tempo trascorso. La frazione indica l’unità di misura mentre il numero indica il tempo massimo di misurazione.
  • Timer – 1/1 min. – 24 ore (con ripet. automatica) Per chiunque ami la precisione: i timer conto alla rovescia aiutano a ricordare eventi particolari o che si ripetono, emettendo un segnale acustico al momento impostato – quindi riprendono a contare automaticamente dal momento impostato. Il tempo può essere impostato in minuti e con un anticipo di fino a 24 ore. Particolarmente pratico per l’assunzione giornaliera di medicinali o l’interval training.
  • 5 Sveglia multifunzione, segnale orario Questo modello è dotato di 5 allarmi multifunzione indipendenti. Uno di essi è l\’allarme snooze. Questo orologio ha l\’allarme giusto, indipendentemente da come sono distribuiti i vostri appuntamenti. Sono possibili in totale quattro allarmi ripetuti: 1. Allarme giornaliero, che suona ogni giorno alla stessa ora, 2. Allarme data, per ricordare, ad esempio, i compleanni, 3. Allarme mensile, che suona ogni mese nello stesso giorno e alla stessa ora, 4. Allarme giornaliero per un dato mese.
  • Funzione snooze Ogni volta che si ferma l’allarme ricomincia a suonare dopo pochi minuti.
  • Calendario automatico Una volta impostato, il calendario automatico visualizza sempre la data esatta.
  • Formato 12/24 ore L’ora può essere visualizzata a 12 o 24 ore.
  • vetro acrilico L’acrilico è un materiale piuttosto resistente agli urti.
  • Cassa in resina La cassa in resina è perfetta per tutti i giorni. Dura nel tempo, è resistente, leggera e subisce meno gli sbalzi di temperatura.
  • Cinturino in resina La resina è di tipo sintetico, un materiale ideale per i cinturini grazie alla sua estrema resistenza e flessibilità.
  • Fibbia Il bracciale è dotato di una fibbia.
  • 10 anni – 1 batteria 10 anni 1 batteria. Grazie a componenti elettronici sviluppati di recente, il consumo energetico è notevolmente inferiore.
  • Classificazione di impermeabilità (10 bar) Perfetto per nuotare e fare snorkeling: l’orologio è impermeabile fino a 10 bar (ISO 22810).
  • Dimensioni (A x L x P) 54,4mm x 51,21mm x 15,73mm Peso ca. 57 g
  • Prodotto garantito 2 anni, conforme alle normative inerenti nickel, piombo e cadmio.
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Buongiorno cibernauti dal pallino facile!

Quest’oggi non farò un vero e proprio tutorial su come revisionare il fucile in questione, ma vi darò dei pratici consigli che sono emersi quando ho deciso di cambiare il gommino hop-up a un VSR10 della Well. Se pensate che vada tutto bene e che sia tutto perennemente semplice, avete sbagliato pianeta, e soprattutto replica.

Con questi consigli spero di non farvi commettere l’alto numero di errori che si possono commettere, anche se potrebbe essere un numero tendente ad infinito.

Premesso che non sono un esperto e ne lo faccio di mestiere, ma vi confermo che un compito che sembrava molto più semplice si è rivelato invece estremamente complicato; quindi se eviterete questi errori tanto meglio per voi!

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Buongiorno amici dell’ultim’ora, come di consueto ho voluto sperimentare anche io queste sottomarche cinesi che, clonando bellamente la G-Shock Casio, si accingono a produrre degli orologi davvero niente male visivamente. Nel mio caso specifico però l’unico obiettivo è capire se davvero questi strumenti sono adatti al softair visto che vantano pubblicità indecorose riguardo la loro tendenza “military approved”.

Premetto che l’analisi è indicativamente identica a quella del mio passato articolo sul Diadora Mil-Watch, e quindi la valutazione sarà più agevolmente confrontabile.

Poniamo quindi replica e pallini e iniziamo a verificare quanto sia adatto questo orologio il cui prezzo fantastico si aggira tra i 10 e i 20 euro. Un affare praticamente senza leggere oltre! Oppure no? Riprendo qui i parametri di valutazione alla base di tutto:

  1. Ora visibile chiaramente.
  2. Ora visibile in notturna.
  3. Ora visibile in rovescio (orologio sull’interno del polso)
  4. Resistenza a shock e urti, termici e fisici.
  5. Alta durata della batteria.
  6. Peso.
  7. Basso ingombro.
  8. Impermeabilità.
  9. Cronometro.
  10. Countdown-Timer per le azioni a tempo.
  11. Mese Giorno.
  12. Meteo info come temperatura e pressione.
  13. Mimetismo e antiriflesso.
  14. Sveglia.
  15. Prezzo.

Iniziamo quindi con le solite caratteristiche fornite dal costruttore (dati indicativi derivati da traduzioni non proprio italiane del prodotto).

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Buongiorno softgunners di ogni dove, se siamo qui è per un solo e specifico motivo…

La nostra replica si è rotta, oppure ha sgranato, oppure semplicemente è il momento della manutenzione al Gear box.

Premetto di non essere un esperto in materia, ma per affrontare la manutenzione con un minimo di cognizione mi sono costretto a documentarmi al meglio delle possibilità. Quando si inizia la manutenzione di secondo livello, giù fino al gearbox, bisogna essere coscienti che, se non avete mai fatto prima, la manutenzione si dividerà in 2 parti: Apertura – acquisto dei ricambi idonei – manutenzione e chiusura, seguita ovviamente dai test.

Poi è anche ordinario comprare un nuovo fucile ogni tanto, giusto per rimettersi in pista. Se vogliamo fare manutenzione il motivo principale è comunque che la nostra replica reduce di mille battaglie è diventata una parte di noi e la rivogliamo indietro, in piena forma, senza esclusione di colpi insomma. Tra il volere e il fare ci sono solo una dozzina di viti, delle meccaniche e dei circuiti semplici che dovremo comprendere e soprattutto tanta pazienza.

Predisposizione

Prima di iniziare assicuratevi di:

  1. Avere 2/3 ore a disposizione senza fretta
  2. Avere un tavolo pulito e dove viti e altro non si mischiano con altri accessori
  3. Avere dei contenitori per le parti delicate del vostro fucile. Io consiglio i sacchetti antigelo con chiusura a fil di ferro. Conserveranno vari elementi ognuno nel loro sacchetto e preserveranno perfettamente anche un gearbox aperto dalla polvere.
  4. Avere attrezzi semplici come cacciavite, martello, e altro.
  5. Fazzolettini di carta per pulire certi elementi

Smontare le scocche della replica (analisi dei problemi)

Per smontare una replica è necessario solitamente togliere per prima cosa le viti che assicurano la replica alla struttura di calcio e della zona grilletto, in basso. Le viti, anche in base alla replica, si trovano sul RIS (la cremagliera porta ottiche) e sui fianchi. Nella foto uno Scar della D|Boys del 2014. Svitate le viti vanno tolti solitamente anche dei perni. I perni si picchiano fuori delicatamente con un martelletto e un cacciavite a punta, o meglio un punteruolo, posizionato nella parte senza “testa” del perno. Li notate nello Scar di fronte al grilletto, sopra al grilletto, e dietro.

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DI-017-02

Egregi ubriaconi del mondo, esilaranti garzoni dalla festosa armonia interna e compari di letture per attimi fuggenti e talvolta malevoli, benvenuti a questa frizzante recensione che punta specificatamente a determinare se il modello di orologio in evidenza sia adatto o meno ad attività sportive di tipo militaresco.

Mi riferisco ovviamente all’orologio Diadora Storm. 

A lungo ho cercato un orologio di tipo mimetico e dalle caratteristiche tecniche necessarie a sopportare ogni condizione. Il panorama attuale offre infatti moltissimi modelli che spaziano dall’antico orologio militare per veterani della guerra, ma con cui non ci fai quasi nulla, ai nuovissimi pseudo-orologi sincronizzati con il proprio cellulare. Inutile dire che anche questi risultano per  me uno spreco non solo di soldi, ma persino di tempo, visto che la batteria dura come un cellulare, circa 4/5 giorni. Ci sono infine quei pseudo suppostoni portatili utili a monitorare la priopria circolazione sanguigna, i battiti e altre divertenti inutilità del caso. Nemmeno in questo caso sono stato particolarmente interessato da tali prodotti. Insomma, forse è meglio enunciare i requisiti che determinano l’orologio da softair ideale.

  1. Ora visibile chiaramente.
  2. Ora visibile in notturna.
  3. Ora visibile in rovescio (orologio sull’interno del polso)
  4. Resistenza a shock e urti, termici e fisici.
  5. Alta durata della batteria.
  6. Peso.
  7. Basso ingombro.
  8. Impermeabilità.
  9. Cronometro.
  10. Countdown-Timer per le azioni a tempo.
  11. Mese Giorno.
  12. Meteo info come temperatura e pressione.
  13. Mimetismo e antiriflesso.
  14. Sveglia.
  15. Prezzo.

In base a questi requisiti ho dovuto cercare in lungo e in largo, scartando le opzioni più estreme e lasciando infine un range di due soli modelli:

  • Diadora Storm DI-017-02 – prezzo circa 50 euro.
  • G-Shock GA-100CM-8AER – prezzo circa 140 euro.

Detto che entrambe sono validi, il prezzo altamente differente e la dimensione dell’orologio stesso, per i G-Shock davvero grande, mi hanno fatto propendere per un acquisto di tipo economico. Notate inoltre che possedere sia la tecnologia al quarzo che le lancette impone ai G-Shock la necessità di essere enormi. Soprattutto le tecnologie a lancette le eviterei del tutto per fare sport.

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P.D.A. La Croce e La Spada

Il 5 Ottobre 2014 , nel Vallo di Onore in provincia di Bergamo, si è svolto un evento di Softair che ha visto coinvolti centinaia di agguerriti sportivi. Il torneo , nominato “La Croce e la Spada”, organizzato dai Triarii costituisce la Terza tappa del campionato modalità Recon FIGT.

Segue ora un estratto di un membro della Prima Divisione Aquile, in gioco con la squadra di 8 operatori.


Sabato, tutto pronto, a letto presto. Notte… sveglia improvvisa “ah! che ore sono?!? mmm, mancano 50 minuti alla sveglia…” .
Mi giro, mi rigiro, disturbo la moglie, mi rigiro… uffa… arriva l’ora.. perche’ questa dannata sveglia non parte!? Cavoli pensa se restavo a letto… ma che ore sono? 3.50! Dannazione, no.. ancora un ora di torpore… mi giro , prendo sonno, perdo sonno… 4.55am sveglia!
Sono in piedi, mangio, verifico ancora una volta l’equip, verifico il cellulare, bagno, tensione, appannamento mentale avanzato, sudore freddo… partiamo male? Partiamo e basta!
Arriva Reaper a prendermi. Grande Reaper! Wow! siamo già in due a dividere la tensione. Raggiungiamo Vash al parcheggio.. ora siamo in tre. Si va…

Ritrovo, 7.30am come detto.. non ci sono i nostri ma ci sono tutti gli altri. Ok, cambio punto di raduno: raduno di squadra in parcheggio isolato, ma almeno eravamo insieme.

Test ASG .. 2 bollini rossi.. cacchio. 9.15. A fine giornata queste 2 armi andranno misurate ancora.

Si parte. Schema, obiettivo 1, Reaper scout, Silente cartografo, Devil leader, Lord Ares Raptor e Vash supporto, Ice retro e integrazione. Waypoint 1… contro avvistata, obiettivo non in vista, Silente e Reaper si staccano dal gruppo, evitano la contro e bingo! Foto fatta. Cavoli gran bella foto, han preso la camionetta in pieno senza farsi notare… manco la ghillie avevano.. ottima Recon.
Ricompattamento squadra. Lunga attraversata sul fiume di ciottoli… rischio palpabile di avvistamento ma non c’erano alternative!

Primo obiettivo “il bibliotecario“. Se era per me nemmeno capivo che il gioco iniziava una settimana prima inviando email a tale indirizzo… E invece questo obiettivo se lo merita Devil. E’ tutto merito suo. Ma… attesa di 1 ora, altri gruppi erano in coda. Saltiamo e andiamo all’obj successivo.

Dovevamo prima rompere il ghiaccio e gia’ era passata piu’ di mezzora. Luce verde sull’obiettivo, assalto, team Devil sopra, team Raptor sotto, pressione, russo identificato (non va ucciso in quanto ha informazioni), Ice si dichiara colpito, scoperto da ripari, senza ricevere alcun pallino (perchè?) e il russo in prima fila, circondato da vedette sulle rocce a tiro sniper. Silente “sbarella”, colpisce il russo dell’obj, casino, i cecchini tirano giu 1, 2, 3, uno di loro viene preso… usciamo.. obj fallito, russo morto, Devil incazzato, team a pezzi. In questi momenti e’ fondamentale recuperare la forza di gruppo.

Rientriamo, bibliotecario. Ok 10 minuti di attesa stavolta. Raptor, non so come, si traveste da montanaro in braghini da calcio e maglietta, e Devil in camicia da briscola. Se ne vanno da soli… la traccia prevedeva così. Noi mangiamo e riposiamo. 15 minuti; rientrano, mancava la fotocamera. Altri 5 minuti e il bibliotecario è un obiettivo fatto!
Recupero del buonumore… ora si parte per “patricarca.”

Gli zaini e il fucile fanno iniziare a sentire i loro 10/12 kg. La schiena si bagna di sudore, i problemi affiorano e Ares inizia a zoppicare per una caduta.. ma non vuole abbandonare, rimane, tira dritto. Lo sforzo talvolta fisico e talvolta mentare batte come un martello sull’incudine. La tempra inizia a forgiarsi… solo la nostra volontà ci salverà.

1 ora di marcia dopo…

Arriviamo in prossimità del patriarca. Il gps viene sbandato dai campi magnetici di un tralicco. La vallata brulica di pini e vedere qualcosa e’ difficile. Ci orientiamo a carta e penna, riperdiamo orientamento, Silente ricalcola e ricalcola, Devil lo supporta, il resto della squadra copre a diamante l’area. Reaper prova a trovare il sentiero… gli scout fanno anche questo. Ne usciamo dopo 30/40 minuti di tentativi ma becchiamo una squadra di contro interdizione, capitanata dal Triarii Colpanik, e dannazione,  ereditata da squadra davanti a noi su cui era iniziato l’ingaggio.

Casino. Punti persi, altro colpo del martello sulla nostra morale.

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Si avanza. Obiettivo Patriarca: 30 min di attesa. Pranziamo, sono le 12.30. chi ha da offire offre, ci scambiamo varie cose. Stranamente pochissimi fumano, allora esiste una via d’uscita dal vizio!
Ok, arriva l’ora. Nessuno schema a parte avanzamento silenzioso. La contro ci identifica. Ovvero, io nemmeno li avevo visti, ma penso che dopo 12 squadre adocchiate nello stesso punto… :)
Attacco. Copertura zero, spariamo in zone sensibili. Cado, altri cadono, Raptor in piedi come solo un carrista sa fare si avvicina ai nemici coperto dai pallini di Ice e Devil e ancora altri 2 … la difesa inizia ad essere decimata.. cadono tutti! Cerchiamo il prete e lo portiamo in un campo di prigionia per l’evaquazione (????). Evviva, una buona notizia. Guardo l’accadere da dietro l’arbitro in quanto fuori gioco…  :(

Si riparte e ci raggruppiamo. Ora dobbiamo attraversare la strada. Quale strada… la “strada di Colpanik“. Infatti ci sente, era in agguato, ma non avevamo tantissime varianti, era il buco del culo della valle. Reaper come scout purtroppo è soggetto a ricevere il primo pallino, e da li la contro va terminata… l’affrontiamo. Brevi scambi, allargamento, soppressione.. Andata. Reaper continua a scusarsi, ma non dovrebbe, non c’è nulla di cui scusarsi…

Saliamo la collina, Obj monastero. 1h30 di attesa… aaaaaaaaaaahh!
Un gruppo di 3 si stacca e va ai Waypoint. Altre squadre passano come le ombre dei pini al trascorrere della giornata. Forse stiamo scemando. Resistere all’attesa fa parte del gioco ma è come avere una fiamma sotto al culo e cuocere lenti.

Raptor Reaper e Silente prendono wp4 e wp5 . Fotografano. ci ricontattano via radio. Devil sempre pronto a ricevere informazioni e a dare ordini di squadra. Adottiamo l’attacco su due fronti. Obj monastero… Attacco! Iniziamo ad eliminare le guardie, scaramucce in una vallata e in una mezza pineta. Due preti in nero fanno coreografie in mezzo al prato… ci distraiamo, erano nemici! Eliminano alle spalle tutto il plotone, 4/5 operatori. Il resto della squadra affronta gli altri nemici, perdono operatori. obj fallito. Non mi capacito della dissimulazione dei preti. Non l’ho capita nel contesto dell’obiettivo. Procediamo oltre…

Costeggiamo tutto il fiume cercando di evitare la strada e l’ennesima controinterdizione di guardie. Ci va bene. Raggiungiamo il gasdotto, ennesimo obiettivo sensibile.

Lord's Scouting..

Squadra stremata. Io avevo ancora qualche forza. La sfruttiamo… assalto da manuale. Avanzamento coordinato fino al gasdotto. Crinale della montagna ripulito, ma vuoto! Dove diavolo sono le guardie? Chiaro, nel boschetto nascosti e in attesa, dove si scorge solo la canna e la testa… chiudiamo il cerchio. La difesa ha il sopravvento. Raptor capitana il plotone ma si fa cogliere da un pallino di rimbalzo, non se ne accorge ed esce dal gioco… io preso in linea durante uno “scambio di opinioni sotto al joule”. Tutta la P.D.A. presa. Almeno non possiamo lamentarci del nostro Fair Play.. ci dichiariamo con un onestà difficilmente individuabile in ogni club, e a me… piace così.

Obj fallito. tutti ironizzano sul fatto che l’obj fosse scritto in russo, e avendo Ice ci sarebbe andata di lusso…lo facciamo analizzare…
>ICE: “Ma questo e’ Greco!”.
Ahahaha… niente cirillico, solo greco. Che ci fa il greco in ucraina, luogo degli scontri? :)

Ci sarebbe ora il waypoint 4, a soli 250 metri. Io mi offro volonario, ma da soli non si può. Decidiamo di esfiltrare, oramai eravamo a pezzi.

Ares ha perso la parola 1 ora fa e lotta contro la sua slogatura da ore. Raptor lo vedo meglio, ma stanco. Reaper con 8 ore di scouting è già divinità, Silente si rimprovera qualcosa dentro, ed anche Vash ricorda ripetutamente l’errore di presunzione con i preti di prima, dove uno fu abbattuto mentre l’altro, stranamente no…
Ci raggruppiamo, iniziamo a compilare il foglio Recon e riposiamo un po’.

La giornata sta finendo. Il martello della fatica, dello stress mentale, dei fallimenti e di qualche ferita superficiale, picchiano all’unisono sulla nostra scorza, cercando di sfondare. Non sfondano. Restiamo uniti e raggiungiamo l’exit point.
Invece di una gentile pulzella in abiti succinti, ci attende un veterano dei Triarii, con barba e occhiali scuri… dovremmo fare un esposto, questo aspetto è facilmente migliorabile con una sexy lady che ritira i moduli ;)

Felici e stanchi ritorniamo alla base…

E’ stata una giornata intensa, ma li abbiamo “fatto” e li abbiamo “vinto”, magari non punti, non molti Obj completati, ma vinto sui nostri limiti, le paure, i dolori, lo sconforto, gli insuccessi, le difficoltà, e forse abbiamo vinto ancora qualcosa in più che non riusciamo a percepire… non che sia diverso da ciò che si fa al Nido delle Aquile, ma in questo caso la sfida era davvero alta.
Della classifica generale pensavo fossimo arrivati 13°, ed invece siamo arrivati 9°, ma per certi versi non ha nemmeno importanza, dentro sentivamo di essere arrivati….primi.

Watch your six.
Over.

_Lord Hol Napult_

18
Nov
2012

Soft Air – Come oltrepassare i propri limiti, divertendosi!

   Posted by: lordholnapult

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Cit: “Il Softair è un’attività ludico-ricreativa di squadra basata sulla simulazione di tattiche militari.”
Correva l’anno 2010 quando mi imbattei in questo sport attraverso amici, conoscenti, colleghi, ma.. fermi un attimo: in pratica ero l’ultimo arrivato! Questo sport (ufficialmente riconosciuto come tale) per chi non lo sapesse ancora è in preponderante diffusione. Cercherò quindi di analizzare il segreto di questa risposta sociale sorprendente.
Premessa – La Sicurezza:
Il softair si gioca in sicurezza con l’ausilio di protezioni per la faccia (obbligatorie) e via via, dove uno lo ritiene necessario, anche per altre parti del corpo. Nessuno sport senza la sicurezza necessaria avrebbe successo.
Le protezioni rendono l’esperienza di gioco estremamente godibile a chiunque e sono il punto di partenza per poter giocare.
Il gioco:
Quando una cerchia di persone, vestite in mimetica e stivali, con armi elettriche da softair e simboli di riconoscimento sparsi per tutta la giacca, si ritrovano… beh, a quel punto ci si saluta cordialmente, ci si equipaggia un po’ in intimità (qualcuno si cambia senza tanti problemi gli abiti “civili”…) e si parte per una nuova avventura!
Solitamente ci si divide in 2 fazioni, e se il numero lo permette, in varie sotto-squadre, dette plotoni.
A differenza di quanto uno possa immaginare, nel softair non si spara e basta.
Gran parte del gioco consiste nel mantenere il proprio autocontrollo, resistere alla fatica di lunghe marce o lunghe attese (!) oppure ad avanzamenti coordinati su irte colline; il tutto appesantito da fucili elettrici di circa 4kg, oltre che un equipaggiamento a seguito che aumenta di media il nostro peso di altri 10kg.
Se pensavate ad un’esperienza alla “Call of Duty(tm)” il softair vi deluderà subito… i vostri stessi limiti fisici, il movimento di squadra o anche solo delle condizioni di scarsa visibilità per pioggia o vegetazione, vi costringeranno ad essere cauti, lenti, silenziosi, ed a evitare corse maggiori di 30 metri (!), pena un affaticamento eccessivo o la sfortunata possibilità di essere colpiti.
Tutto questo si discosta molto dalla rosea e cinematografica visione della guerra nei videogame e nei film, dove un Rambo qualsiasi schiva colpi come fosse Neo di Matrix(tm) e spara con precisione a nemici che escono da tutti i cespugli.
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L’onestà nel gioco, e nella vita:
Durante le giocate di softair nessuno muore per davvero, e nessuno si sporca di colori bizzarri la giacca (quello è PaintBall). Ciò che elimina un avversario è un pallino di plastica o ceramica del diametro di 6mm e del peso di 0,20/0,24gr, sparato ad una potenza inferiore ad 1 joule (tutto questo per legge).
Quando uno di questi pallini ci colpisce è nostro dovere morale alzare la mano, dire “Preso” (o “Hit” in inglese) ed uscire dal gioco. Solitamente si fanno missioni divise in fasi da 20 minuti, quindi un tempo di attesa per prossimo rientro sostenibilissimo.
Tutto questo per dire che il motto “arbitro cornuto!” qui non c’è proprio. Non ci sono né giudici né controllori a parte i compagni con cui si gioca ed ovviamente sé stessi. In gergo trattasi di “Fair Play”.
Quanti sport conoscete che insegnano l’onestà con gli altri partecipanti?
Nella formula1 vince chi arriva primo magari tagliando la strada a 300km/h all’avversario; quello è considerato un campione, e vai di testosterone, grida e fanatismo.. sulle strade vere!
Nel calcio è bravo chi segna di prepotenza, anche se la palla l’ha ottenuta con falciate, sgambetti, magliette tirate e opportunamente afferrate dietro lo sguardo dell’arbitro, e davanti a quelli della platea… anche qui tale “soggetto” risulta un campione…
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Nel softair, fortunatamente, ci discostiamo del tutto da questo lerciume e i disonesti non durano a lungo. Finalmente uno sport sano, normale, pulito anche nello spirito!
Spesso tra i “nuovi iscritti”, forse per colpa della società individualista in cui ci ritroviamo, c’è sempre il combattente che “spara mille colpi e mai li riceve” (almeno questo è quello che pensa lui); nel softair costui è un Highlander, il famoso Ultimo Immortale, oltre che un poveretto da compatire.
Il punto è che ci si basa fondamentalmente sull’onestà dell’individuo, e solo dopo ripetuti e noiosi rimproveri, se la persona non si educa alle regole, viene rimossa dal club sportivo.
Non solo! Il gioco disonesto perde progressivamente valore, la fatica spesa perde ogni senso, la sua reputazione nel gruppo pure, e visto che si gioca solitamente nella prima mattina, poca voglia avrà l’highlander di alzarsi all’alba per “far finta di giocare” (o giocare in modo disonesto). Questo meccanismo retroattivo, che a me piace definire come “laselezione naturale del softair”, consente alle squadre di essere solitamente pulite da giocatori disonesti… Vi assicuro che funziona. Vi assicuro inoltre che, visto il contesto sociale, capitalistico, egemonico(!) che tutti conosciamo, non ci sono mai squadre gigantesche di softair, ma tante piccole identità da 20/30 membri: gli onesti sportivi e appassionati.
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L’equipaggiamento:
Il minimo necessario per iniziare a giocare è:
  • In primis, maschera o occhiali di sicurezza, il tutto per la protezione della faccia. Sono obbligatori.
  • Dei buoni scarponi da montagna. Attenzione, sono molto importanti! Acqua, fango e talvolta neve arriveranno.
  • Una mimetica decente, con possibilità di appesantirla per il periodo invernale. Inoltre passamontagna e guanti leggeri aiutano molto il mimetismo.
  • Un ASG o fucile elettrico da softair completo di batteria, caricabatteria, con 5/10 mila pallini (solitamente 5000 pallini biodegradabili costano 10 euro) a semestre. Si consigliano quelli con la scritta “Full Metal” per una garanzia migliore delle parti meccaniche e per la robustezza.
  • Una bottiglietta d’acqua, o una borraccia se preferite. Assolutamente indispensabile.
  • Tanta voglia di partecipare onestamente a dure sessioni di gioco, incontrare gente, fare amici, scambiarsi opinioni e ovviamente… scambiarsi pallini mirati!
Il totale di questo equipaggiamento base si aggira intorno ai 200 euro (2012 d.c.) per gli accessori da softair, e 300 compresa la mimetica e gli scarponi. Ovviamente comprando materiale “low cost” di media qualità. Io personalmente ci ho giocato un paio di anni con tale configurazione.
Degli accessori utili, ma non indispensabili nell’immediato, sono:
  • Radiotrasmettitore “Midland” per accedere a canali radio un po’ liberi, altrimenti scoprirete che i ciclisti sono tutti radioamatori incalliti della domenica! Inoltre è utilissimo un auricolare per radio, in modo da ottenere comunicazione silenziosa durante il gioco.
  • Del mimetismo di secondo livello: cappellino, ghillie (abbigliamento ultra-vegetato), mimetismo per l’arma, ecc
    La radio + il mimetismo vi danno l’Iniziativa d’attacco. Molto utile per le imboscate coordinate.
  • Un camelback o zainetto porta acqua. Estremamente utile, e sostituirà la vostra borraccia.
  • Una pistola elettrica da soft air.
  • Un poncho mimetico perché il club vi trascinerà nel fango più insuperabile (come il tonno! hehehe).
  • Un corpetto tattico dove riporre i caricatori, e la radio, ecc.
  • Varie ed eventuali sempre appurato che riusciate a muovervi senza morire di affaticamento…
Il totale dell’equipaggiamento accessorio si aggira intorno ad altri 200 euro. Con questa configurazione non vi divertirete di più, ma giocherete sicuramente meglio.
Ma, dove comprare?
Sinceramente vi consiglierei di fare un bel giro in un negozio di softair vicino a voi, giusto per vedere di persona un fucile o un accessorio, o qualche corpetto tattico. Poi invece rivolgetevi all’Online sui siti che preferite e analizzando i costi. Il risparmio sarà sorprendente. Per la mimetica e gli scarponi invece sconsiglio l’Online a meno che non siate sicuri delle misure…
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I terreni di gioco:
Una battaglia di softair si svolge generalmente in spazi aperti come boschi (non sempre delimitati da recinzioni..), oppure in edifici semi abbandonati come vecchie industrie, diroccamenti ecc, e qualsiasi posto si riesca trovare attorno alla sede del club e che consenta un minimo di isolamento da eventuali passanti, motociclisti o altro.
Questo perché alla presenza di un fattore esterno al gioco,il gioco viene interrotto per poi riprendere poco dopo. Ovvio che l’interruzione infastidisce, e le comunicazioni radio richiedono un minimo di tempo… si cercano quindi posti isolati, brulli e liberi da improvvisati esploratori della flora locale.
Il terreno di gioco è estremamente importante, consente infatti di immedesimarsi nell’azione, creare imboscate, testare il proprio mimetismo e la propria capacità di rimanere appostati anche se circondati da un plotone che avanza.
Nel softair si punta molto sull’autocontrollo dei sensi, sull’udito, la vista acuta, il movimento silenzioso e la sopportazione della fatica. Il tutto per organizzarsi al “grande assalto”, o per far fronte all’avanzata avversaria!
L’aria si carica di tensione all’approssimarsi di un obiettivo, e l’esplosione delle prime raffiche vicino a voi innescano meccanismi di sopravvivenzapiuttosto primordiali: bisogna resistere a tutto questo.
Per Concludere
Si può parlare male di uno sport che inneggia la guerra, aizza il fanatismo o porta i giovani alla “violenza”, ma sarebbero solo commenti superficiali. Come tutti gli sport, la fatica e l’amicizia insegnano sempre valori importanti, e nel softair si incontrano sia molti amici che.. parecchia fatica! In un mondo dove siamo tutti connessi ma nessuno si parla veramente, bisogna proprio andare là, al freddo mattutino, dove osano le aquile, per poter ritrovare sè stessi!
Quindi cosa state aspettando!? Che ve lo chieda in ginocchio!? Hehehe…
Provate questo sport, e magari fate un salto alla Prima Divisione Aquile (BG/ITALIA) ! Anche solo per una battaglia amichevole al nostro campo! Io sarò lì ad aspettarvi, con i miei compagni e con il mio M4A1puntato al capogruppo del plotone!! UA! 😉
Lord Hol Napult
(Copyright by Lord Hol Napult 2012)
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