Archive for the ‘universo’ Category

Siamo già nel 2024, e nessuna correlazione è stata ancora ufficializzata a collegamento tra le numerosissime morti improvvise e le vaccinazioni covid19.

Evidente è l’ecatombe.

La fascia d’età colpita oggi è quella dei cinquantenni e sessantenni, con il coinvolgimento inferiore, ma perenne, di tutte le età.
Sopra, lo sterminio c’è stato, ma a nessuno importa indagare una serie di morti di 70 anni.

Ora, senza più sperare in dichiarazioni delle parti ufficiali, la verità dilaga sotto agli occhi di tutti coloro che la vogliano vedere.

Resta solo da capire una cosa:
Cosa diremo ai bimbi orfani di una guerra mai dichiarata, che gli ha rapito uno o addirittura entrambe i genitori !?
Cosa gli verrà detto sui motivi del perché vennero lasciati in balia degli eventi, in un mondo rivelatosi più infame di ogni peggiore incubo?
E chi si curerà di loro? (E che uomini e donne diventeranno?)

Lo chiedo perché, davvero, non lo so.

Quello che so, è che alla morte di un genitore, sulle frasi di commiato, lo rimpiangono sempre uno, due, tre, quattro, cinque, sei figli! Lo rimpiangono e non avranno mai più la figura di riferimento che gli occorreva, per diritto, in tutta la loro vita.

E cosa gli si dirà loro? Gli si diranno le solite bugie per bambini? Quel genere di bugie che un genitore dice ai propri figli per nascondere la propria incapacità? O la vergogna delle scelte sbagliate, nel momento di massima pericolosità, laddove occorreva un coraggio a lungo decantato?

Oppure gli si dirà la verità, nuda e cruda, lasciandoli sgomenti su come l’intera razza umana si sia lasciata sfuggire tutto ciò che conta, come libertà, diritti, futuro, vita… E per cosa? Per futili motivi? Soldi? Potere? Paura?

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8
Set
2023

La “pandemia” Covid-19 non è mai esistita (dati ISTAT)

   Posted by: lordholnapult

Dopo tre anni dal famigerato 2020, sono finalmente usciti i dati ISTAT che documentano con puntualità le cause di morte della “pandemia Covid-19” e di tutte le altre cause di morte.

La famigerata “pandemia” per la quale circa 60 milioni di italiani sono stati segregati in casa frustrati da leggi liberticide, era in realtà solo una psico-pandemia. Ce lo dicono i morti e per quanto ne so io, i morti non mentono mai.

Scaricando i dati dal portale ISTAT si evince che:

I morti COVID in Italia che hanno provocato il lockdown di 60 milioni di persone nel 2020, sono nientepopodimeno che:
** 78.408 **

78 MILA , CHE PIACCIA O NO, NON SONO UNA PANDEMIA!!!

Se ancora avete difficoltà nel comprenderlo, considerante che i morti per problemi al “sistema circolatorio” nel 2020 (quindi lo stesso anno) erano: 226.389 (quasi 3 volte tanto)

E per tumori? 177.000 (più di 2 volte tanto)

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16
Feb
2023

Mascherine – la plateale falsità sulla loro efficacia

   Posted by: lordholnapult

Covidiozia con rischio di WaterBoarding (https://en.wikipedia.org/wiki/Waterboarding)

Buongiorno sopravvissuti,
nel mentre che il mondo comprende appieno la farsa psico-pandemica del Covid19, e di tutte le mostruosità che si sono susseguite, ovviamente per ricondurre le masse ad una schiavitù sanitario-vaccinale di cui queste pagine hanno già parlato, volgiamo ora la nostra attenzione agli irriducibili, rimasti ad oltranza, imbavagliati nella loro mascherina.

Lungi da queste righe tentare di insegnare agli eruditi qualcosa sulla loro salute, ci mancherebbe… Infatti questo post non parla delle elucubrazioni di un folle, ma espone le cosiddette “ricerche scientifiche” che, come ultima bagnarola di salvataggio, offrono un ultimo viaggio di ritorno alla normalità. Normalità che ormai sembra più un miraggio dei tempi andati.

La mascherina è infatti il nuovo “oracolo di protezione assoluta che male non fa” (secondo questi irriducibili…), ma gli studi non dicono questo, anzi, evidenziano una grave correlazione con problematiche che oggigiorno non trascurerei.

E come ultimo tentativo, come ultima spiaggia o come ultima barca, lancio l’ultimo amo prima di abbandonare ogni speranza. Ciò che si riporta, va letto, studiato, compreso. Questo costa fatica, ma fatica fino ad oggi molti non ne hanno fatta, e si sono limitati ad un obbedienza passiva, stupidamente convinti che cosi facendo nulla sarebbe mai accaduto loro. Mai pensiero fu più ingenuo… e fu cosi che la normalità scivolò via come acqua tra mani aperte, per non far più ritorno. Riprendiamocela.

Covidiozia
Covidiozia politica

Semmai un giorno si potrà comprendere tutto quello che è stato imposto dal 2021 al 2023 alle menti, per così dire, “più deboli”, non ci sarà alcuna Norimberga capace di dare una penitenza terrena adeguata a “costoro”, esseri spregevoli ricchi solo di denaro, accusati di strage, sovvertimento della legge e dell’ordine pubblico e instigazione a procurarsi gravi problemi sanitari, finanche la morte, creando seri danni alla collettività. Quel giorno, purtroppo, sarà successivo solo al superamento di questa fase di follia..

Parte 1 – Evidenze sulla Pericolosità delle mascherine

20 March 2021
Is a Mask That Covers the Mouth and Nose Free from Undesirable Side Effects in Everyday Use and Free of Potential Hazards?

Figura 3. Fisiopatologia della maschera (importanti effetti fisici e chimici): illustrazione della resistenza respiratoria* e del volume dello spazio morto di una maschera N95 in un adulto. Durante la respirazione, c’è un possibile volume di scambio gassoso globale significativamente ridotto dei polmoni di meno 37% causato dalla maschera (Lee 2011) [60] in base a una diminuzione della profondità e del volume respiratorio dovuto alla maggiore resistenza respiratoria di più 128%* (sforzo durante l’inspirazione maggiore che durante l’espirazione) e per l’aumento del volume dello spazio morto di oltre l’80%°, che non partecipa direttamente allo scambio di gas e viene miscelato solo parzialmente con l’ambiente. (* = valori medi di inspirazione ed espirazione secondo Lee 2011 [60] compresa la penetrazione dell’umidità secondo Roberge 2010 [61], ** = valori medi secondo Xu 2015 [59]).

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8
Gen
2023

La via della Consapevolezza

   Posted by: lordholnapult

Play for full immersion reading..

Gli anni che sono trascorsi, hanno reso significativa ogni perplessità ed ogni dubbio che durante tutta la nostra vita abbiamo maturato.

Giorni passati a cercare di capire perché eravamo gli ultimi della fila dispari, gli asociali del gruppo del calcio, gli stravaganti con la testa tra le nuvole.. insomma “i diversi”.

Giorni che non ci hanno mai ritornato una risposta compiuta e soddisfacente, ma hanno solo decretato una marcata differenza tra noi e il resto del gruppo…

E quei giorni, non senza ferite, ci tornano alla mente quando vediamo, a fronte “del percorso”, ciò che è stato e ciò che molti hanno creduto di fare, forse nel loro interesse, ma che noi non abbiamo, in coscienza, fatto.

La nostra stravaganza e divergenza ormai formata da mille episodi precedenti, non ha nemmeno avuto necessità di chiedere il permesso nel dissociarsi, nuovamente, dalle decisioni di gruppo.

Il Sacrificio – passo 1 di 3

La prima fase del percorso prevede la sofferenza. L’isolamento stesso è la sofferenza dal goliardico chiacchiericcio di un gruppo. Accompagnata da tecniche di repressione tipiche del carceriere malato nei confronti del condannato a morte, ovvero eccessive e inutili, ma rivelatrici della demenza diffusa in ogni ambiente.

Il sacrificio procede intaccando parti della nostra vita che consideravamo ermetiche, o , insomma, protette da bastioni e mura rinforzate. La lama entra profonda durante la fase del sacrificio e penetra fino a incidere altrettando profondi solchi nella carne. La coreografica mattanza si accompagna con le urla esaltate e starnazzanti dell’avido grido umano, assetato di sangue per sangue, di violenza per violenza, cercando nel prossimo la soppressione che ognuno, nessuno escluso, ha subito in forme e modi differenti. La domanda è: “vediamo se soffrono come ho sofferto io”.

Nel sacrificio si pena anche l’annebbiamento di ogni prospettiva. Non si vede luce alcuna in fondo al tunnel. Non si conosce conforto. Solo l’oblio di coloro che procedono verso un destino certamente nefasto.

L’Isolamento Interno – passo 2 di 3

Successivo ai colpi di frusta, subentra lo stato mentale di isolamento. La faccia annaspa nel fango mentre la pioggia scroscia battente e le energie svaniscono; solo il dolore graffia i pensieri, pretendendone l’esclusivo dominio. Il progressivo esterno penetra nella mente e procede verso pareti e camere del castello interiore che non sapevamo di avere; angoli sconosciuti dell’animo umano.

Il vuoto, creatosi intorno al diritto di vivere in una sorta di pace dovuta per divina concessione, viene frantumato in mille pezzi, che si spargono tintinnando lungo tutte le lastre di marmo dell’immenso salone azzurrino del nostro tempio.

Lentamente le orecchie non odono più. Gli occhi non vedono. L’olfatto non analizza oltre. Si crea il vuoto, e il dolore evapora in uno stato di trance tipica del guerriero prima dell’ultima battaglia, e della morte certa. Nulla conta più tranne la volontà di resistere ad un destino che non ci appartiene, e di fare l’unica scelta che ci viene concessa. L’unica forse, che cambia le regole dell’universo per riverberi e riverberi eterni, che viaggeranno negli eoni. Per il resto lo stato di trance sembra essere pura concentrazione di forza di volontà. Una fiamma discreta come luce, ma rovente e furibonda. Essa alimenta solo gli organi vitali e dimentica tutto il resto.

Durante l’isolamento il tempo scorre, gli eventi si susseguono e si complicano, ma nulla ci infligge più del dolore che abbiamo accumulato. Per il male, il tempo ha un costo, ed elevato. Questa la nostra via di uscita per continuare, sotto alla pioggia della più buia delle notti, a sollevare lo scudo e mantenere le mura della battaglia.

La Consapevolezza – passo 3 di 3

Le ferite si stanno cicatrizzando ma resteranno per sempre visibili. Le persone, il mondo, i suoni, i colori, le informazioni che fluiscono nell’etere, e tutto ciò che alimentava la nostra vita e la rendeva unica, ora hanno un bagliore diverso. Il cambiamento interiore muta ogni tonalità rivelando nuove sfumature e oscurandone altre.

La battaglia di resistenza, perdurata non so quanto tempo, e le ferite di corpo e anima, di cui sentiamo ancora il dolore e la stanchezza, alterano forzosamente ogni nostro nuovo pensiero.

La via della consapevolezza mostra la nuda verità delle cose, filtrata e raffinata da ogni inganno e illusione che la razza abbia imbastito prima di proporla. Le debolezze a cui si poteva cedere ma non si è voluto cedere, si accumulano in un sacco chiamato coscienza risultando infine leggeri, come leggere sono le colpe di chi segue il proprio cuore e le proprie virtù.

Il disegno del male è ormai svelato in ogni sua forma e meccanismo, invadendo con bagliori di luce bluastra le ombre della paura. E quindi vanificandola…

Ora le lance in arrivo vengono afferrate quasi senza sforzo, e impiantate in un balletto noioso all’interno del terreno. Come se non si fosse nemmeno più infastiditi dai colpi avversari.

E ora si osserva, con sguardo sereno e deciso, il vero demone che stava di fronte, studiando ogni sua mossa per il grande contrattacco. La via della consapevolezza non è priva di strascichi. Saremo per sempre diversi e vedremo per sempre ogni cosa in modo diverso. Non ci sono dubbi su questo. Ma questa diversità da completezza a ciò che abbiamo sempre saputo di essere, alla nostra diversità maturata fin dall’infanzia, alle nostre incomprensibili scelte di una vita.

Forse trattasi di unicità dell’essere che percorre il creato.

Il demone non può colpire un guerriero che prevede le sue mosse, o a cui il suo artiglio non provoca ormai alcun dolore. La consapevolezza di essere una parte integrante dell’universo e per questo ricca del sentore proveniente dai propri avi e dalla forza della propria genesi, rende tutto il resto un puerile subbuglio di piccole creature all’interno di un “Terrarium” dal tappo chiuso. Sebbene vi percorriamo in esso le lande che ci competono, il nostro spirito ora sa volare oltre, e vedere lontano, abbandonando le limitazioni del corpo e osservando “il tutto” da una prospettiva differente.

La via del guerriero è completa. Guardiamo indietro, certo, e con animo pesante e pieno di dolore, ma non possiamo soffermarci a lungo così, in quanto quella, non è la direzione che abbiamo intrapreso…

_Lord Hol Napult_

1
Mag
2022

É tempo di cambiamenti interni

   Posted by: lordholnapult

LOTR – Arwen’s (vocal and theme)

L’allineamento lunare è avvenuto. I cieli sono inquieti. Un turbine di energie macrocosmiche ha preso un nuovo moto, una nuova direzione. Forti cambiamenti che irradiano irreversibili mutazioni, nello spazio, nel tempo, nell’anima.

Il cielo cupo e irrequieto comincia il suo moto circolare. Grosse nubi scure pervase da lampi e lunghi tuoni scagliano sulle rocce una tempesta furibonda. Mari agitati si increspano con onde alte come cattedrali, mentre gli antichi abitanti degli abissi si destano. Nel vomitorio di violenze naturali, fisso e immobile sulla cima del dirupo, veglia l’antico.

In una vestaglia di cenci sbattuta dai venti come fosse finissima seta, mentre acqua e oscurità tentano di destabilizzare quell’anomalo equilibrio, egli medita, egli trascende. La danza delle mutazioni non permette capisaldi nel suo astratto dipinto, e la sua violenza sembra essere tanto crescente quanto marmorea si erge la sua figura.

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6
Mar
2022

Essenza

   Posted by: lordholnapult

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Il cursore lampeggia insistente sullo schermo verde.
Decine di volte, migliaia, centinaia di migliaia.
Per giorni, per anni, per decadi… lui lampeggia. Sempre. Alla stessa maniera. Con frenetica frequenza.

Un filo d’erba trema sotto alla brezza di un venticello.
Decine di volte, migliaia, centinaia di migliaia.
Il vento si alza, e lui si china, tremulo, nervoso, resiliente. Il vento lo accarezza sempre. Ed egli si piega, e ritorna in posizione.

Una goccia, nella grotta, eccheggia, tra la pozza e l’angolo in cui risiede.
Decine di volte, migliaia, centinaia di migliaia.
Per giorni, per anni, per decadi… la goccia cade dalla stalattite e si schianta in una piccola pozza. Lo fa di continuo. Irrefrenabilmente. Scivola, raggiunge il limite, si estende, fino al limite, e poi si lancia libera nel frammento di tempo che gli è stato concesso. E infine si distrugge, in un mare di gocce che sotto l’attendono.

E poi il silenzio.

Un frammento minimo di tempo che intercorre tra il completamento di un ciclo e il ripetersi del prossimo, simile, mai uguale, movimento, piegamento, lampeggio. Nel silenzio i circuiti riavviano il disegno di cristalli luminosi. Nel silenzio il filo d’erba torna ad ergersi. Nel silenzio, piccoli percorsi di acqua ricompongono la goccia.

Tutto è ordine e disordine allo stesso tempo. Tutto si ripete, e si ripristina per ripetersi ancora, uguale ma differente.

E quei frammenti di attimi, tra un completamento e il ripristino, consolidano il tempo. L’inarrestabile e progressivo erodersi degli eventi di fronte al turbine cosmico che muove ogni cosa da origini immemori. Attimi volatili ed effimeri come piume, ma solidi e irremovibili come pietre. L’incalzante e irreversibile protrarsi dei cicli cosmici. Secondi, minuti, ore, anni, decadi, o solo piccole semplificazioni che esseri organici tentano di dare a ciò che uno schema non ha mai fornito.

Comprendere che siamo anche noi tempo, è comprendere che siamo effimeri per tutta la durata della nostra esistenza. Ed anche roccia per il conseguente avvicendarsi delle cose.

Che cosa siamo infine nella riluttanza di queste ere, così caotiche e disgreganti?

Forse, siamo solo polvere di stelle.

_Lord Hol Napult_

11
Apr
2021

La Grotta dei Sentimenti

   Posted by: lordholnapult

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La vita prende, la vita da.
La vita da, la vita riprende.

Alla fine tutto si riconduce a comprendere ed accettare. Accettare e comprendere. Le persone, le decisioni, il tempo, le morti, le nascite, momenti felici e momenti decadenti dispersi nel tempo.

Comprendere e accettare. Se si rivela impossibile comprendere, sarà impossibile accettare, e proprio in quel preciso frangente, inizia il dolore.

Dolore, la forma più arcaica e viscerale del disagio fisico e mentale, motrice di stravolgimenti interni e di resurrezioni o sconfitte irrimediabili. Il dolore è una capacità del nostro organismo di accettare fisicamente ciò che non riusciamo a comprendere ed accettare.

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8
Feb
2021

Ecatombe dell’Humana Ratio

   Posted by: lordholnapult

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Non era necessario aspettare il perdurare di un’azione umiliante per riconoscere l’era di decadenza in cui avanziamo.

Non era necessario un demone lontano, un entità malefica e spietata, che con il sorriso ed il costume in ordine, mostrava a noi stessi le debolezze e gli errori.. di noi stessi.

Non era necessario solcare con tutta la nostra predisposizione all’infinito, un tempo caduco e morente come quello che ci adombra.

La verità di questa grande piaga, non risiede tra le venature distorte di giornali, notizie e direttive massoniche. La piaga era ed è solamente sulla nostra pelle. Nelle nostre mani, nel nostro intento, nelle nostre vite. Negli occhi di chi incontri. Nei tuoi occhi. Abbiamo protratto fin troppo la nostra negligenza verso aspetti che sapevamo essere importanti, ma cronicamente ignorati, calpestati e dimenticati. Spinti forzozamente nel subconscio al fine di annichilirne il disturbo.

Nelle regole dell’Universo, è la Verità stessa delle cose che, tornando a galla, ci ricorda che se vivi sbilanciato nel disequilibrio planetario, non ti stai comportando come una creatura figlia dell’ordine. Le altre creature, volpi, aquile, farfalle e insetti, il loro equilibrio lo hanno trovato e rispettato. Forse non hanno tutti un’agiatezza e una comodità, non come la razza umana, e non hanno pervaso l’ambiente con la nefandezza delle proprie “opere”, spiegandosi quotidianamente in volto su quanto l’orrido fosse bello e piacevole… loro, molto meno evoluti, hanno qualcosa che noi non avremo mai: l’equilibrio.

Ed ora, raggirati da noi stessi, ci auto-condanniamo ad un esistenza di costumi fastidiosi e inibizioni inique e vincolanti. Ora decadenza e oscurità sono l’unico rifugio per chi, maturata la giusta consapevolezza, svela oltre la cortina di fumo, l’operato di anni di delirio.

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16
Dic
2020

Il Concetto del Sapere e la Persuasione delle Masse

   Posted by: lordholnapult

Buongiorno villici,
quello che cercheremo di fare oggi è comprendere meglio cosa significhi “sapere” qualcosa e come questo “sapere” influenzi l’opinione pubblica delle masse.

Nell’era dell’informazione deviata, alienata e censurata in cui ci stiamo muovendo, o per meglio dire, ne siamo travolti come da giganti onde, è importante definire cosa significhi sapere qualcosa, sia per noi che per gli altri. Quando ad esempio ci affidiamo a qualche persona di “sapienza” per apprendere delle informazioni, in realtà stipuliamo un contratto non scritto.

IL CONTRATTO NON SCRITTO

Il contratto non scritto è un accordo tra due parti, dove si accetta di ricevere e di credere alle informazioni che una parte, ritenuta più sapiente, ci fornisce.
La forma con cui ce le fornisce è parzialmente rilevante, sia essa dietro compenso economico (consulenza), in confidenza (amicizia), o per dovere di cronaca (giornalismo). Di fatto ci fornisce un’informazione che non avevamo al fine di indurre un effetto in noi.

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Immagina di essere di nuovo libero.

Immagina di poter respirare aria pura, di camminare nei boschi, di osservare i colori dei fiori selvatici e sentire il profumo del muschio. Immagina di vedere sorgere il Sole, mentre il freddo pungente fugge via e la rugiada trasforma l’erba in un dipinto di gocce brillanti come stelle, a metà tra il buio della notte ed i colori dei primi raggi gialli e vividi.

Immagina di orientare il tuo sguardo verso una vallata, e girandoti, di trovare altre colline ed altre praterie. Immagina di poter correre, e forse anche volare, e di solcare fiumi e rocce, verdi pascoli e casupole di legno e pietra, forse antiche, forse senza tempo. Immagina il profumo della resina dei pini, mentre le foglie degli alberi caduchi si tingono di verde chiaro, giallo, rosso, marrone e marrone scuro, come se avessero assorbito tutte le gradazioni della luce del Sole e della Luna ma non volessero perderne memoria.

Immagina il suono del vento, persistente, lieve, talvolta più forte, e il fruscio dei fili paglierini che robusti e duri sopravvivono a quel freddo, a quel mondo. Immagina lontano il suono delle cornacchie che libertine volteggiano e migrano da rupe a colle, da vallata a radura.

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