Capita spesso in questi tempi di dover trascurare i dettagli. Un mondo frenetico che non risparmia nessuno nel trascinare giù, in fondo al vortice, ogni essere vivente che abbia avuto la geniale idea di appoggiare i suoi plantari sull’asfalto ancora caldo di questa terra. E’ come cercare di cucire una calzamaglia mentre si corre… bisogna avere l’esperienza di una nonna e l’agilità di un podista veterano. Intendo, non l’esperienza nella calzamaglia del podista e la capacità di maratoneta della nonna… ok lasciamo stare.

Ciò che si evince comunque sono delle fastidiose incertezze create dall’uomo per l’uomo (e la donna), o forse per il soldo, o forse per il vortice che ci confonde mentre cuciamo la calzamaglia correndo, o qualcosa del genere. Confusione a parte, ora analizzerò step by step, meticolosamente, ogni aspetto stravagante che mi lascia perplesso, proponendo le mie personali soluzioni. Semmai abbiate il minimo intento di ascoltarmi ed il potere di provvedere,beh.. provvedete!

L’accappatoio 2.0

Lo strumento più comune per uscire da una doccia ed asciugarsi è l’accappatoio. Esso ci accoglie dal vano doccia al vano adiacente alla doccia, vista la mastodontica dimensione dei bagni di oggi (…). Il suo scopo, badate bene, non è banale. L’accappatoio è responsabile dell’ingrato compito di asciugare la pelata o folta chioma che sia, il torace, le braccia, le gambe, e… lo dico o non lo dico? Ok, il vostro beneamato fondoschiena e i famosi “gioielli di famiglia”.

Per essere un poco pratici allego una foto:

 accappatorio 1.0

Sono sicuro che converrete con me riguardo l’inadeguatezza di simile strumento ad adempiere a tutti i compiti a cui vorremmo “promuoverlo”. Se l’abito fa il monaco, si nota subito che l’accappatoio si indossa come un normale impermeabile, ma a differenza di questo non deve solamente far scivolare la pioggia verso un asfalto solcato da nonnine che corrono mentre cuciono calzini, bensi, l’accappatoio, ha il mero compito di asciugare anche le parti intime. Cari lettori, care lettrici, quante volte avete assunto pose assurde per asciugarvi le parti più intime tirando l’intera struttura da questa o quella parte. E non parliamo dei piedi? Sono forse meno importanti delle altre parti? Perche’ ci ostiniamo a trascurarli come se fossero un suppellettile? Asciugarsi i piedi ce lo insegnarono.. ehm… anche 2000 anni fa! Ci scrissero pure un libro pensate, ora non ricordo bene il nome, mi pare fosse …. uhm si, La Bibbia!

Ebbene, ora è l’ora di dire basta!

Propongo quindi la mia innovativa soluzione. L’accappatorio 2.0 di Lord Hol Napult, con evidenziate tutte le modifiche necessarie al fabbisogno giornaliero del cittadino.

Accappatoio 2.0

Grazie a queste rivoluzionarie e autocommentanti soluzioni non vi sarà più alcuna lagnanza da parte della rude e grezza, ma soprattutto unta sporca e impolverata, genealogia maschile. Docce frequenti e finalmente asciugamenti 2.0!

L’asciugamano 2.0

Passano gli anni, ma otto son lunghi, però quel ragazzo ne ha fatta di strada, ma non si scorda la sua prima casa, ora con l’asciugamano i suoi piatti può asciugar. Se state canticchiando smettetela, mi nauseate a vomito. Comunque, tornando alla questione critica sociale, ogni volta che un individuo asciuga i piatti lo fa con 2 o 3 asciugamani di questo tipo:

Asciugamano 1.0

Come noterete l’asciugamano è appeso ad un porta asciugamano, o rampino, da muro. Mi pare lampante. Molto evidente. Pare anche a voi dove si trova l’errore?
Quindi?
Nulla?
Su cavoli…
e va bene ve lo rivelo. L’asciugamano ha un solo angolo dove si può agganciare al rampino. Ora voi moltiplicate la ricerca di un angolo specifico su un asciugamano stropicciato, e moltiplicatela per tre. Ora moltiplicate per quante volte li usate in cucina, che normalmente sono una a pranzo e una a cena. Ora moltiplicate questo valore per le famiglie del vostro paese, e poi per il numero di comuni in Italia, e poi , evolviamo su è la globalizzazione che ce lo chiede e noi rispondiamo subitamente, moltiplichiamo per il numero di paesi nel mondo.

Accidenti, è un calcolo difficile. Proviamo a moltiplicare i primi valori per le famiglie nel mondo. Cerco un secondo quanti siamo..

Quindi:

6 secondi * 3 asciugamani * 2 volte 
* (7,5mld peoples / 4,2 membri per famiglia ) 
= 64.285.714.285,71 secondi

Cosa è questa cifra? Sono i miliardi di secondi che ogni giorno le famiglie del pianeta terra spendono per cercare l’angolo dell’asciugamano prima di poterlo agganciare al suo appendino.

Ecco la soluzione, l’asciugamano 2.0 di Lord Hol Napult!

Asciugamano2v0

Un asciugamano con quattro angoli su quattro dotati di elastico adibito all’aggancio. Basta asciugamani sulle sedie, per terra, nel lavandino, fuori dal lavandino, o sparsi semplicimente per la casa. Con l’asciugamano 2.0 potremo essere una delle fortunate famiglie che diminuirà la perdita di tempo quotidiano speso per trovare l’angolo giusto.

Lo shampoo 2.0

Sia che voi abbiate una luccicante sfera nazgul o un nido di rondine con innesti di rami secchi, paglia, e moscerini malauguratamente impigliati tra le vostre chiome fluenti, verrà il giorno in cui adopererete uno shampoo per lavarvi. L’utilità di tale prodotto lo rende idoneo anche per altre zone, ma attenzione a non dirlo alle compagne di sesso femminile altrimenti sbotteranno cose del tipo “per quello c’e’ quell’altro prodotto”, oppure “cosa? Hai usato lo shampo-balsamo all’estratto di sudore essiccato di eucalipto lunare coltivato durante le eclissi lunari sulle isole katmandù… solo per quello!?!? Sai quanto l’ho pagato? Adesso non lo usi più”.

Orbene gentili lettori, il problema è alla radice. Se state guardandovi la pianta dei piedi o la pianta sulla confezione del barattolo, abbandonate questo post, non voglio più avere a che fare con voi. Diversamente proseguite.

Il problema, dicevo è alla radice. Guardiamo il soggetto nella sua interezza:

shampo02

Risulta ovvio che sfruttare questo genere di barattoli lasci, per lo meno in minima parte in base alla liquidità del prodotto, degli scarti. Se ora consideriamo che sulla Terra siamo sempre l’abnorme quantità di 7.5 miliardi di persone, ed ognuna con un buon motivo per utilizzare saponi liquidi, shampoo e balsamo, se poi consideriamo che non usiamo un solo prodotto ma svariati, e se poi consideriamo che questo genere di boccette si è impadronito anche di liquidi per lavatrici, barattoli di senape, maionese, e dentifrici in alcuni casi, mi preme farvi riflettere sulla parte rossa. La parte rossa non ha nulla a che vedere con Putin e la russia, almeno in questo caso, e per questa citazione avrò già i servizi segreti alle calcagna (oh, finalmente qualche visitatore!), ehm.. mi preme farvi notare che una abnorme cifra di persone, per una ancora più abnorme quantità di barattoli, si traduce in un mega-cosmo-giga-super speco di prodotti!

Se anche voi, come me, siete stanchi di tutto ciò e volete “gettare nel futuro dei vostri figli” dei barattoli che abbiano solo una piccola quantità di scarto al loro interno, promuovete e adoperate barattoli come questi…

shampo03

…e non come quelli precedentemente visti. Getta anche tu nel futuro di tuo figlio un barattolo a scarto zero! Sciacqua inoltre l’interno del barattolo con acqua per estrarne tutto il contenuto! E ricorda: “La terra non l’hai ereditata dai tuoi padri, ma l’hai avuta in prestito dai tuoi figli”. Magari con lo scarto si lava un po’ anche lui (!?).

Il microonde 2.0

Capita spesso, molto spesso, di avere a che fare con l’impellente necessità di usare potenti mezzi di incredibile ingegno e superiore capacità di calcolo, oltre che adattabilità, malleabilità e un mistico fascino neurale che per certi versi richiama la galassia più profonda, emulandola! Si, mi capita spesso di dover usare il mio cervello. A parte questo torniamo al punto. La situazione è questa: tutti acquistiamo il microonde con il sincero intento di diventare cuochi provetti che da un cubo di metallo estraggono il pesce unto e ben cotto della pubblicità. Finita questa effimera fase che non dura più di due settimane e qualche pesce cotto male, molto male, torniamo alla realtà ed usiamo il microonde per scaldare il latte la mattina. Esso lavora anche mentre siamo un attimo in bagno per battere il minuto e risparmiare tempo. Una tazza, una breve impostazione e il gioco è fatto. Circa un minuto ed il nostro latte, caffelatte o thè è pronto per la fase due.

Ci avviciniamo, apriamo lo sportello del microonde, e cerchiamo la tazza riposta poco prima. Notiamo che la tazza scotta e fuma. Sapete, l’invenzione della maniglia sulle tazze fu inventata più o meno insieme alle tazze. Queste scottavano e la maniglia, provvidenzialmente, ci aiutava a separare il calore della tazza dalla mano. La stessa “tecnologia” fu in seguito introdotta anche nel lanciafiamme, nell’attizzatoio, e fu dimenticata nell’accendino. Ma torniamo pure a noi. Siamo in un era tecnologica, di grande innovazione e di grande avanzamento. Le nanotecnologie sono alla porta e i droni iniziano a solcare i cieli, le paludi e gli oceani.

Forno_microonde2

Ma il microonde si ostina a posizionare la maniglia della tazza in fondo, nell’angolo meno accessibile, dietro ad una tazza a 45 gradi.

Io di microonde ne ho usati tanti, l’età avanza, ma consto che sembrano tutti ignoranti alla stessa maniera. E’ incredibile quanto facciano a gara. Qualcuno del settore , per favore, potrebbe magnanimamente prendere nota ed inserire un piccolo “fine corsa” nel meccanismo del prossimo modello di microonde? Questo fine corsa hai il compito di essere raggiunto ogni qualvolta il timer arriva a zero, facendo ruotare la tazza. Basta questo e tutti i problemi sono risolti. Un sensorino magnetico.

Avanti, per il 2020… confido in voi. Chiamatelo pure il Microonde 2.0 di Lord Hol Napult se vi aggrada.

La Zanzariera 2.0

Eh va bene. Questa è l’ultima innovazione anche perchè fondate teorie avvisano di non forzare troppo l’input su soggetti biologici. Potrebbero innescarsi eventi maldestri e inaspettati che noi tutti non ci auguriamo. Concludo quindi con l’ultima invenzione in termini di prevenzione dal fastidioso insetto: la zanzariera anti zanzare, moscerini e sciami di vespe impazzite. Purtroppo no, non previene le urla dei cani del vicinato, i litigi dei passanti e le vespe da strada, quelle rombanti quanto un Mig ma che traslano un singolo buco del culo dal punto A al punto B a media velocità (e se i buchi sono 2 allora aumenta anche il rumore..).

Divagazioni a parte deducete dalla foto qualche cosa che vi ricorda la zanzariera ma non capite il perchè, anche se la risposta vi solletica senza che riusciate ad afferrarla… cosa di questa foto vi ricorda una zanzariera?

fine della Zanzariera

Orbene la zanzariera è cosa buona, ma ha quel piccolo difetto di essere pressochè invisibile durante la vita quotidiana, quando siamo avventati e maldestri nel perseguire i nostri intenti e non ci sovviene che un muro invisibile, senza pareti ne porte, giace proprio tutto intorno a noi. No, non e’ The Matrix, è la zanzariera. Essa si mimetizza abilmente con i tramonti dorati, mentre la quiete della sera ammalia gli intenti dell’animo gentile, e la dolce brezza di settembre trasporta cuori innamorati tra i muretti del paese e gli odori della carta di quaderni nuovi di scuola. E mentre il cardellino canticchia le sue ultime melodie ed il cielo fonde l’oro caldo dell’estate morente con l’azzurro intenso del freddo autunno, e mentre la vita si riduce in pochi attimi allo spasimo infinito dell’essere uomo e creatura vivente, qualcuno accanto a noi distrugge una zanzariera collassando a terra come nella foto allegata.

Ecco quindi La Zanzariera 2.0 di Lord Hol Napult.

zanzariera

Questa modifica è semplice, pratica, funzionale, e ovviamente vi darà sufficiente avvisi nel caso siate distratti e diretti verso una zanzariera da terrazza. Ecco quindi il breve tutorial.

Procacciatevi del nastro di seta, reperibile anche da pacchi regalo, e tagliatene delle strisce da 30 cm circa. Ora con ago e filo cucite delicatamente la zanzariera chiusa in modo da agganciare questa stoffa in posizioni che stanno all’altezza degli occhi. Nel caso di piccoli poppanti per casa vi toccherà provvedere a due striscie. Cercate di non allineare verticalmente queste strisce in quanto se la zanzariera si avvolge verticalmente è meglio che non si sovrappongano nella loro sede. Inoltre cercate una stoffa molto fine; non adoperate un pezzo di lana, magari cucito da una nonna che per caso corre sull’asfalto. Ricordate che tale stoffa si deve avvolgere quando la zanzariera è chiusa.

Bene, sicuro di aver apportato modifiche al mondo e agli usi e costumi delle genti passate, presenti e future, volgo al termine augurandovi di postare sul vostro blog, nei vostri spazi virtuali, le idee più geniali e socialmente utili che avete in mente. Può darsi che col tempo riuscirete ad avvicinarvi, seppure con le dovute distanze, a queste opere d’arte ingegneristica.

Good Luck! And stay low!

_Lord Hol Napult_

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This entry was posted on giovedì, Settembre 17th, 2015 at 21:35 and is filed under goodies, Italia, realtà, Riflessioni Digitali, vita. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

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