Archive for Marzo, 2022

Buongiorno esseri bio-digitali,
quello che d’apprima sembrava essere un semplice presentimento, dopo mesi di riprese e montaggi, si è rivelato essere un inquietante certezza. La Gopro Hero 8 Black, forse una delle fotocamere compatte più decantate e osannate dal grande pubblico, è stata soggetto di obsolescenza programmata.

Credere o non credere, questo è il problema…

Se da un lato la sullodata fotocamera è diventata accessibile per prezzo e disponibilità non molto recentemente (a meno di possedere immani ricchezze), è pur vero che il packaging fornito arrivò con imballaggio sobrio e fotocamera aggiornata all’ultimo Firmware disponibile, ovvero il 2.50.

Tra le caratteristiche di punta della Gopro hero 8 black, c’è sempre stata in primis una incredibile capacità di stabilizzare l’immagine anche se sottoposta ai più repentini movimenti, e per tale motivo, uscendone vincitrice su decine di altre fotocamere, ricopre ancora oggi un particolare posto nella vetta delle action cam tascabili e potenti.

Cosa è successo in realtà alla stabilizzazione hypersmooth v2 ?

Ho fatto molte passeggiate registrando, e mi cimento nel cogliere l’aspetto naturale e botanico dei luoghi che visito. Sono partito da action cam più modeste per approdare negli ultimi mesi a questa GoPro Hero 8 Black.

Nonostante questo però, ho notato sin da subito che qualcosa non andava per il verso giusto. Dei test effettuati con una Gopro Hero 7 Black, gentilmente concessami per un breve periodo di tempo, mi avevano entusiasmato riguardo il livello di stabilità dell’immagine e fluidità che una passeggiata nei boschi acquisiva. Di conseguenza i test con la GoPro Hero 8 erano in un primo momento accettabili, se non altro rispetto alla mia precedente fotocamera, ma riservavo in me un dubbio: la stabilizzazione non era come sulla GoPro Hero 7 Black. Traballava negli angoli.

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6
Mar
2022

Essenza

   Posted by: lordholnapult    in eternità, luce, notte, Riflessioni Digitali, riflettere, Tempo, universo, vita

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Il cursore lampeggia insistente sullo schermo verde.
Decine di volte, migliaia, centinaia di migliaia.
Per giorni, per anni, per decadi… lui lampeggia. Sempre. Alla stessa maniera. Con frenetica frequenza.

Un filo d’erba trema sotto alla brezza di un venticello.
Decine di volte, migliaia, centinaia di migliaia.
Il vento si alza, e lui si china, tremulo, nervoso, resiliente. Il vento lo accarezza sempre. Ed egli si piega, e ritorna in posizione.

Una goccia, nella grotta, eccheggia, tra la pozza e l’angolo in cui risiede.
Decine di volte, migliaia, centinaia di migliaia.
Per giorni, per anni, per decadi… la goccia cade dalla stalattite e si schianta in una piccola pozza. Lo fa di continuo. Irrefrenabilmente. Scivola, raggiunge il limite, si estende, fino al limite, e poi si lancia libera nel frammento di tempo che gli è stato concesso. E infine si distrugge, in un mare di gocce che sotto l’attendono.

E poi il silenzio.

Un frammento minimo di tempo che intercorre tra il completamento di un ciclo e il ripetersi del prossimo, simile, mai uguale, movimento, piegamento, lampeggio. Nel silenzio i circuiti riavviano il disegno di cristalli luminosi. Nel silenzio il filo d’erba torna ad ergersi. Nel silenzio, piccoli percorsi di acqua ricompongono la goccia.

Tutto è ordine e disordine allo stesso tempo. Tutto si ripete, e si ripristina per ripetersi ancora, uguale ma differente.

E quei frammenti di attimi, tra un completamento e il ripristino, consolidano il tempo. L’inarrestabile e progressivo erodersi degli eventi di fronte al turbine cosmico che muove ogni cosa da origini immemori. Attimi volatili ed effimeri come piume, ma solidi e irremovibili come pietre. L’incalzante e irreversibile protrarsi dei cicli cosmici. Secondi, minuti, ore, anni, decadi, o solo piccole semplificazioni che esseri organici tentano di dare a ciò che uno schema non ha mai fornito.

Comprendere che siamo anche noi tempo, è comprendere che siamo effimeri per tutta la durata della nostra esistenza. Ed anche roccia per il conseguente avvicendarsi delle cose.

Che cosa siamo infine nella riluttanza di queste ere, così caotiche e disgreganti?

Forse, siamo solo polvere di stelle.

_Lord Hol Napult_