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26 gennaio 2019
Il piccolo Julen Rosellò, di soli 2 anni e mezzo, caduto in un pozzo a Totalan vicino Malaga, è stato trovato morto.
I soccorritori l’hanno raggiunto all’1:25 di notte, dopo 13 giorni di scavi senza sosta, nel pozzo di soli 25 cm di diametro dove è caduto il 13 gennaio, ma il bimbo era senza vita.
Per ritrovarlo un tunnel parallelo e uno trasversale a 71 metri sono stati scavati dall’equipè di minatori. Secondo la posizione del corpo, la caduta del bambino è stata “veloce e libera” fino ai 71 metri di profondità, il livello esatto in cui è stato trovato Julen e dove il pozzo si era riempito di detriti fino ad ostruirsi. Durante la caduta i detriti stessi avevano ricoperto Julen con un “tappo” sopra di egli. Dall’autopsia si rileva un “grave trauma cranico“, probabilmente dovuto ai detriti incontrati durante la caduta. La Spagna intera e il mondo stesso piangono la perdita del piccolo Julen mostrando il proprio cordoglio ai familiari.

Caro padre di Julen,
siamo esseri umani. Siamo solo esseri umani. Siamo mortali creature che vagabondano la crosta terrestre, probabilmente senza logica alcuna. Siamo perdenti condannati da una volontà superiore a sopportare il nostro stato di difetto senza poter recedere, nemmeno di un passo, dalla via che ci è stata imposta.

Siamo esseri viventi. Cerchiamo di distrarci dal nostro destino anche se nel profondo sappiamo che, prima o dopo, avrà una fine. E cosi in questa dimensione deve essere. Cerchiamo semplicemente di fare qualcosa di buono e di giusto durante la nostra “permanenza”. Cerchiamo… ma non sempre è possibile.

Siamo variabili sacrificabili in balia degli eventi. E’ vero. Non controlliamo altro che poche cose della nostra vita, forse le scelte vere, quelle che contano, sono una o al massimo due in tutto l’arco temporale. Ci illudiamo di essere importanti ma siamo minuscoli girini nel brodo primordiale del tempo e dello spazio. Probabilmente non siamo nemmeno un qualcosa, ma solo un frangente, un riflesso, un attimo, di qualcosa d’altro, di un energia maggiore ed enormemente più grande di noi.

Caro padre di Julen, caro uomo, amico della sponda accanto, la Spagna, caro vicino di nazione, caro compagno di ventura… io voglio solo dirti che il mondo, il destino, o come diavolo si chiami questo mistero eterno, ha scelto te per una delle prove più difficili che la nostra razza possa sopportare. Ti ha scelto, in qualche modo, senza che tu potessi rifiutare. Ti ha scelto senza nemmeno dirti se ti riteneva all’altezza, senza chiedere, sei stato scelto. E insieme a te, ha scelto il piccolo Julen.

Ti chiederai continuamente, “Perchè io? Perchè mio figlio!?”. Ti assicuro che nessuno su questo pianeta può darti la risposta che cerchi. Non cercarla qui… E’ inutile.

Mio caro padre di Julen, e caro vicino di nazione, è con sofferenza infinita che ho dovuto assistere alla tragedia che ha colpito te e la tua famiglia. E’ con il dolore che solo chi perde qualcosa di così importante può capire, e prima o poi tutti perdiamo qualcuno… sono regole non scritte che ci segnano irrimediabilmente. E’ con una fredda ironia di queste regole disumane e di questo strano e trasandato mondo che il tuo destino affronta una delle prove più difficili…

Io non posso e non pretendo di comprendere tutto il vostro dolore, lo stato di panico, l’ansia soffocante di quei momenti, la follia che ne deriva, e il senso di perdizione totale, di rabbia primordiale di fronte alla propria impotenza, di fronte ad un fato così avverso. Ma voglio, e devo, e mi costringo di dirti una cosa:

Perdona te stesso.

Perdonati perchè poteva capitare a chiunque, persino a me, persino a chiunque tu possa incontrare per strada. Non puoi sentirti responsabile direttamente di una tragedia così grave. Se qualcuno afferma il contrario non dispone di sufficiente lucidità nemmeno per fiatare…

Se non sarà prima, sarà poi, ma tu devi perdonare te stesso perchè il rimorso potrebbe distruggerti e non sarebbe giusto. La verità è che ne io, ne te, ne alcun uomo o donna sulla Terra, anche nel pieno assoluto delle proprie facoltà, possono controllare ogni evento dell’ambiente che ci circonda.

Nessuno ha potere di sapere se dietro ad un masso si nasconde l’ultima vipera della propria vita, o se dietro un angolo arrivi la morte, o se tra le mille macerie di una città dimenticata dalla guerra giaccia una mina anti-uomo. Nessuno controlla nulla e nessuno può.

Perdonati, perchè non è potere della nostra razza, quella umana, decidere degli eventi buoni o nefasti che, nella loro complessità e nel loro avvicendarsi sul nostro cammino, ci colpiscono abbattendoci al suolo.

Se non sarà questo il giorno, fai in modo, comunque, che quel giorno venga, e perdonati.

Fallo perchè nello scopo finale del tuo difficilissimo destino un intero paese, Totalán, cercherà assieme a te il proprio perdono. Perdono di non aver potuto assisterti in altro modo se non emotivamente. Perdono per le colpe che accumuliamo sulle nostre coscienze durante tutta la vita. Perdono per non aver potuto fare nulla.

Assieme al tuo dolore una intera nazione, e probabilmente più di una, fatta di persone, di cittadini, di lavoratori, di scavatori, di bambini, di giovani, di vecchi, di dispersi nel turbine del mondo cieco… cercheranno la redenzione dalle proprie colpe.  Perdonati perchè come creatura, umile e impotente di questa terra, devi riconoscere a te stesso che il nostro tempo e le nostre possibilità sono estremamente limitate, e puoi solo decidere del filo che ti resta prima che la matassa sia esaurita.

Siamo come lacrime nella pioggia battente, e duriamo il battito di un ciglio… ma se in quel battito abbiamo amato e sofferto in modo autentico, allora forse abbiamo vissuto davvero, e probabilmente non conta niente altro.

Caro padre di Julen, caro amico e vicino di nazione, non sò se leggerai mai questo messaggio o se in qualche modo ci troverai delle parole di conforto. Sappi semplicemente che tutto il mondo ti ammira per il tuo coraggio e la tua resistenza di fronte all’imprevedibile.

Ti prego quindi di continuare il tuo viaggio, con tutta la dignità e la pace interiore che possiedi. Noi cercheremo di fare lo stesso anche se nessuno dimenticherà mai tutto il dolore e la rabbia di questi momenti.

Con mesto rispetto e riconoscenza, ti auguro buon viaggio e magari.. arrivederci a presto.

Grazie.

_Lord Hol Napult_

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