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Ogni uomo, ogni persona, e persino ogni animale o creatura dell’universo, vivono basandosi sulle esperienze pregresse. La somma delle cicatrici sulla pelle e dei loro affanni, costituisce il punto di partenza per dirigere meglio e con maggiore precisione i propri intenti. In assenza di questo, ci si affida a logiche di branco. Forse tutto questo adoperarsi e prodigarsi nel riuscire a superare gli ostacoli tra l’Ego e il desiderio, hanno come unico fine la sopravvivenza.

Di norma le razze animali vivono cosi, e soddisfatta la loro primaria necessità, non avanzano oltre.

L’essere umano, diversamente, ha un Ego smisurato, e per taluni infinito. Insaziabile la sete di morte dei grandi generali delle guerre passate, o di predominio dei conquistatori, o di un ramo di conoscenza degli scienziati, sempre chini sulla propria ricerca che, purtroppo, richiede a volte delle cavie sacrificabili. In generale ogni aspirazione della razza umana, e ogni interesse che la mente umana possa partorire, possiede i suoi personaggi di spicco, autori di “grandi cose”, e di conseguenza, infiniti e insaziabili esseri sbilanciati verso questo o quel intento. Fino alla follia.

Anche un assassino seriale, per esempio, ha una sete insaziabile. Anche un matematico. Anche un archeologo. Anche un astronauta. Anche un letterato. E’ intrinseco nella razza umana, seppur con certe differenti misure, che la ricerca, talvolta forsennata e priva di raziocinio, venga perpetrata per anni o forse per tutta la vita, nonostante sia moralmente errata o non porti a giovamento nel sistema della sopravvivenza primordiale. Solo con la morte o con la coscienza un uomo auto-termina la propria “ricerca”. Dipende insomma dalle verità che scopre e dai risvolti che queste verità, approfondite fino al massimo livello, porterebbero generare.

Il quesito della Grande Piramide

Esiste, in un mondo molto lontano, una grande piramide. E’ una piramide a base quadrata con quattro lati perfettamente lisci, altissimi, e di quattro colori differenti. A NORD c’è’ il blu, a EST il verde, a SUD il bianco, e a OVEST il giallo. Nel deserto dove è posta questa piramide, arrivano quattro viandanti che non si conoscono tra loro, e che provengono ognuno da un paese lontano, posto agli estremi dei quattro punti cardinali.

Ognuna di queste persone vede ciò che gli si pana di fronte. Ognuna di queste persone non vede tre dei lati della piramide, ma dal deserto da cui arriva, sa che le piramidi sono sempre dello stesso colore.

L’uomo del Nord afferma una verità se dice che la piramide è di colore blu.

L’uomo del EST afferma una verità se dice che la piramide è di colore verde.

C’è poi un falco sacro in quel luogo, che tutti i giorni solca il cielo sopra alla piramide. Ed esso vede tutti e quattro i colori. Esso vede le quattro facciate della piramide grazie al suo volo elegante e alto. Esso vede e sa qualcosa di più dei quattro viandanti.

Non è corretto dire che gli uomini sbaglino, in quanto ognuno vede la propria verità. Se tornassero al loro villaggio, direbbero di aver visto una grandissima piramide dal colore osservato sul proprio lato. Se a tali colori fosse associato una divinità del luogo, il viandante potrebbe persino dire che una piramide in onore di tale divinità è stata costruita.

Se il Falco, dall’alto della sua visione, parlasse al dio egizio, direbbe che la grande piramide ha quattro colori. Esso li ha scorti durante il suo volo. Esso riporterebbe la propria verità.

Purtroppo per noi, nessuno dei quattro viandanti e nemmeno il falco, saprebbero rispondere al dio che chiedesse loro, di che colore è la piramide.

Ognuno dei viandanti ha osservato una verità parziale e su tale verità basa il proprio verbo e giudizio. Ognuno dei quattro viandanti, se si confrontassero, avrebbero una animata discussione sul colore della piramide, fino a concretizzare che probabilmente, credendo ognuno alle verità altrui e alla propria, e sommando cosi le quattro verità parziali, otterrebbero un quadro generale dei colori della piramide.

Se poi il dio concedesse loro di consultare il sacro falco, avrebbero una conferma che la piramide è effettivamente di quattro colori differenti sulle quattro facciate esposte alla luce.

La quinta facciata

Nonostante gli sforzi dei protagonisti e l’interloquire con il falco abbiano dato una verità migliore sulla piramide, ovvero dei quattro colori rivolti ai quattro punti cardinali, non abbiamo ancora una verità assoluta.

La verità assoluta comprende anche la conoscenza del quinto lato della piramide, ovvero la base, che poggia nella sabbia e che nessuno dei viandanti e nemmeno il falco possono scorgere. Tu stesso, mio lettore, presupponi che il quinto lato sia nero o del colore della pietra. Questo perché nessuno si cura di abbellire un lato con dei colori, se tale lato non verrà mai osservato. Eppure anche questa è solo una supposizione.. Una deduzione, forse logica e verosimile, ma non fondata sulla verità, quindi non assoluta.

La verità assoluta

La ricerca della verità assoluta non è mai semplice. La verità assoluta richiede il confronto tra tutti i punti di vista, la stesura di un punto di incontro condiviso, la verifica di tutto quello che è verificabile attraverso l’osservazione di evidenze, la prova che si tratti di certezze solide. E quindi, quando il viandante nella sua semplicità affermava il colore della piramide, evidenziava una verità parziale che nel proprio villaggio avrebbe magari illuso molte persone verso quella credenza. E se da quel villaggio altri viandanti avessero fatto il suo stesso percorso senza introdurre varianti, avrebbero inequivocabilmente riportato la stessa verità, ovvero lo stesso colore.

Ma era falso. O per meglio esporre: non del tutto vero. Parte di quella credenza era basata sulla supposizione che gli altri lati fossero uguali. E sulla supposizione che il colore del basamento quadrato non importasse a nessuno.

Ma questa verità sarebbe decaduta subito se uno qualsiasi dei viandanti, fosse andato al paese dell’altro parlando di una piramide di un altro colore…

In alcuni tempi e luoghi una presa di posizione diversa dalle popolazioni del luogo comportava la perdita della propria vita. Questo a dimostrazione che non siamo sempre pronti ad accettare una verità differente dalla nostra. E pensandoci, erano entrambe incomplete o addirittura errate.

La verità assoluta, quella certa e intaccabile, invece, resiste al tempo e a tutte le indagini che vengono perpetrate nei suoi confronti. Talvolta stravolge la verità creduta e idolatrata di alcuni popoli.

La verità assoluta, fintanto che è tale, è una verità basata su evidenze dimostrabili infinite volte e replicabili, ovvero, in ogni spazio e in ogni tempo, chiunque potrebbe ripercorrere gli stessi passi e ottenere lo stesso risultato, confermando la stessa verità. Le verità parziali, invece hanno bisogno di reprimere e nascondere le altre evidenze per resistere al tempo.

Le piramidi dei giorni nostri..

Cari lettori e lettrici, provate a pensare quante cose nei giorni nostri vengono vendute come verità assolute, consolidate e certe, mentre invece non sono altro che manipolazioni abbondanti e costose della realtà.

Provate a pensare all’informazione dei mezzi comunicativi, o agli scarichi delle macchine, ai giochi di prestigio sulle parole, dove una guerra o un inceneritore diventano accettabili, dove un farmaco diventa l’unica soluzione per tutti, dove una certa prassi assurda va comunque ripetuta come un piccolo sacrificio al patto di ottenere una concessione di qualche tipo. Pensate al mondo mediatico in generale, ai falsi miti, alle mille parole spese da persone che nulla ne capiscono, ma se tanto parlano qualcosa sapranno. Pensate insomma a quanti vi mostrano il lato blu, verde, giallo o bianco di una piramide, come fosse una verità assoluta. E noi dobbiamo credergli.

Così si capisce meglio?

Cosa bisognerebbe imparare da tutto questo?

Vista la propensione della razza umana a voler approfondire voracemente ogni ambito dell’esistenza, con grande ardore degli intenti, sarebbe bene, prima, sedersi a riflettere sul proprio status quo e valutare attentamente se si parte da una verità assoluta, da una verità parziale o addirittura da una falsità.

La verità assoluta da all’uomo certezze solide su cui costruire il suo futuro.

La verità parziale da all’uomo poche certezze, e non dovrebbe essere usata per costruire il suo futuro.

Infine, la falsità, sempre circondata da omertà dai suoi sostenitori e costosissima nel voler corrompere le coscienze di coloro che vengono eletti per detenere la conoscenza, ebbene.. la falsità non dovrebbe mai essere utilizzata per costruire il futuro, perché sicuramente, presto o tardi, il castello di carta che erige crollerà in mille pezzi, lasciando sgomento e disperazione tra coloro che si sono affidati o sono stati indotti ad affidarsi ad essa.

Per fare questo occorrono ricerche approfondite e una predisposizione a non banalizzare niente.

Ma a chi interessa al giorno d’oggi? Probabilmente a nessuno…

_Lord Hol Napult_

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This entry was posted on venerdì, Giugno 26th, 2020 at 18:49 and is filed under eternità, Future, governo, guerra, Italia, luce, notte, politica, Progresso, Riflessioni Digitali, riflettere, Storia, Tempo, universo, vita. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

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