Buongiorno villici,
quello che cercheremo di fare oggi è comprendere meglio cosa significhi “sapere” qualcosa e come questo “sapere” influenzi l’opinione pubblica delle masse.

Nell’era dell’informazione deviata, alienata e censurata in cui ci stiamo muovendo, o per meglio dire, ne siamo travolti come da giganti onde, è importante definire cosa significhi sapere qualcosa, sia per noi che per gli altri. Quando ad esempio ci affidiamo a qualche persona di “sapienza” per apprendere delle informazioni, in realtà stipuliamo un contratto non scritto.

IL CONTRATTO NON SCRITTO

Il contratto non scritto è un accordo tra due parti, dove si accetta di ricevere e di credere alle informazioni che una parte, ritenuta più sapiente, ci fornisce.
La forma con cui ce le fornisce è parzialmente rilevante, sia essa dietro compenso economico (consulenza), in confidenza (amicizia), o per dovere di cronaca (giornalismo). Di fatto ci fornisce un’informazione che non avevamo al fine di indurre un effetto in noi.

Se per esempio ascoltiamo mille notizie, talvolta discordanti tra di loro, noi crederemo con più facilità a coloro che riteniamo “fonti attendibili” in una serie di contratti non scritti, tra noi e loro. Ogni fonte, volente o nolente, ha con noi un contratto. Una testata giornalistica online ha con noi un contratto. Un familiare, ne ha un altro. Un amico un altro ancora. Un medico della mutua, un altro ancora. Lo specialista molto ben pagato, un altro ancora. In base alle nostre eperienze pregresse e alle “verità” che già conosciamo, possiamo valutare se ciò che ci viene detto è giusto o sbagliato, attendibile o falso. Questa valutazione, modificherà il contratto non scritto tra noi e la nostra fonte.

E quindi, se assumo che una testata giornalistica abbia sempre detto la verità, laddove si presentasse una contro-verità, ovvero una notizia totalemente discordante con quella fornita dalla nostra fonte, allora, in modo automatico e persino inconscio, dentro di noi si auto-attiverebbe un sistema di auto-difesa, talvolta persino aggressiva, che si opporrebbe non tanto alla notizia, ma alla fonte che l’ha portata alla nostra attenzione.

Questo è un difetto tipicamente umano e capita quotidianamente, sui social o “nei bar”, provocando non pochi attriti. Il fatto che il confronto di notizie discordanti non porti alla ricerca di una terza fonte, ma all’attrito, dipende dal quoziente intellettivo della parte ricevente, e talvolta degenera in pesanti insulti o litigi. Altre volte invece innesca un processo di crisi del contratto non scritto, e chi ha ricevuto l’informazione discordante, si muove per capire meglio cosa succede. Questo secondo processo è assai più raro, e richiede umiltà, sospetti fondati e, ovviamente, voglia di comprendere.

Comprendere qualcosa nel giusto significato, ci permette di decidere con congnizione di causa per molte scelte successive e future. E’ quindi molto importante comprendere la versione corretta delle cose.

MA COSA SIGNIFICA REALMENTE SAPERE?

Facciamo un esempio: Per un tale la Terra è piatta. Anzi no, è sferica dice un secondo. No, è sferica ma schiacciata, è in pratica un geoide, corregge un terzo. Anzi no, arriva il quarto, è principalmente un geoide ma ricca di increspature, monti, oceani profondi e crepacci che la solcano e la incidono in lungo e in largo.

Se uno maneggia cartine topografiche e deve ricondurre nel suo studio certi calcoli, la Terra gli occorre piatta, semplificata a fogli, per forza…
Se uno deve dare una forma generica ma non ha necessità di fare calcoli di alcun tipo, può parlare di Terra sferica.. sa che girando intorno all’Equatore della Terra prima o poi tornerà al punto di partenza.
Se uno deve gestire la rotazione della Terra nello spazio dimostrando certe leggi fisiche, integrare l’inclinazione rispetto ad assi della via Lattea, deve usare il geoide… piu’ preciso della sfera.
Infine se uno vuole ricreare la Terra su computer, per realizzare un qualsiasi simulatore di volo, difficilmente venderebbe una copia del software non conoscendo e rappresentando nel dettaglio tutte le increspature, i colori, le forme e le città presenti nella realtà…

E quindi:

“Sapere, altro non è che un’approssimazione funzionale a noi, di un qualcosa (una legge fisica, una forma, qualsiasi cosa..). Siccome custodiamo nella nostra memoria la conoscenza, essa viene schematizzata e semplificata per essere fruibile e usabile a noi stessi. Ma sapere resta un’approssimazione umana ampiamente semplicistica rispetto alla realtà.”

Impossibile (per l’uomo) è invece descrivere interamente e assolutamente una legge qualsiasi dell’universo… la nostra capacità è solo semplificativa e di utilità, ed a quello riconduciamo le infinite interazioni tra i miliardi di atomi che compongono e interagiscono tra loro nella galassia.

Sapere (seppur semplificando) qualche cosa, è comunque un’approssimazione che occorre per gestire qualche altra cosa. Se due persone che trattano di topografia, nel registro dei loro discorsi, si soffermassero su tutte le increspature della Terra, non concluderebbero il loro lavoro in giornata… Se poi continuassero a dialogare in un bar del posto e una terza persona, sentendoli parlare, considerasse i loro discorsi in base a ciò che egli ritiene di sapere sulla Terra, cosa succederebbe? Li ascolterebbe con supponenza? Si chiederebbe mai se gli stesse sfuggendo qualcosa per riuscire a comprendere meglio il discorso che c’e’ dietro? Oppure, li insulterebbe e deriderebbe pensando che essi stiano parlando di quello che egli intende per Terra, e non di un concetto, differente, che loro intendono?

Qui bisogna risolvere l’arcano…

Pensate ora, considerando i contratti non scritti di cui sopra, cosa succederebbe se per certe persone venisse prodotto un termine denigratorio dai canali di informazione di massa, per esempio “terrapiattista”, “terrasferista”, “terrageoidista“, e se questo termine venisse dato alle masse senza alcuna contestualizzazione, indirizzandole verso una falsa analisi delle informazioni. Come reagirebbero le masse?

Questo, sarebbe un “esperimento sociale” di “persuasione di massa” basato su induzione a credere all’esistenza di genti, alterando le loro conoscenze e convenzioni, ed evidenziandole come plateali falsità. E’ infatti ovvio, o di comune accordo ovvio, che la Terra sia “sferica”. O forse un geoide? O un geoide ricco di increspature? O piatta, se rappresentata su una cartina? Ma allora, proporre notizie false… alle masse.. perchè viene fatto…? Al fine di, magari, creare attriti sociali? Distrarre magari i popoli da notizie più importanti inducendoli a ragionamenti contorti? Sfruttare gli attriti creati? O impostare un registro comico dell’informazione per persuadere le masse che, la SUCCESSIVA informazione, sia pur essa comica, subconsciamente, quando comica invece non è.

Esperimenti sociali. Persuasioni delle masse. Era dell’informazione deviata. Credete che non sia possibile al giorno d’oggi? Oppure non ci avete mai pensato?

COME VALUTO QUELLO CHE SO, E DECIDO QUELLO CHE È VERO?

Ultimo esempio… mettiamo che una testata giornalistica pubblichi in prima pagina foto e video di manifestanti intenti a distruggere e vandalizzare un luogo.. in una città qualsiasi. Mettiamo che li categorizzi con un nome dispregiativo. Mettiamo che ometta tutto il resto.

Se nel contratto non scritto reputiamo questa fonte, che ci da notizie, attendibile, saremo facilmente indotti a credere che dei “criminali stiano distruggendo dei beni pubblici e vadano fermati e condannati immediatamente”. Per definirli, riutilizzeremo tale vocabolo scelto. Passa veramente poco tempo perchè l’enfasi della notizia e le immagini raccolte, non scatenino dentro di noi un furore tale da voler imporre giustizia con pugno duro, nei confronti di tali persone ovviamente.

Poco dopo, mettiamo che un manifestante presente in quella piazza, mostri sul nostro social preferito un video dove si vede che la manifestazione era in realtà estremamente pacifica, dove venivano esposti certi concetti, elencati persino in un palinsesto, e dove si vedeva infine l’irruzione esterna di un gruppo di sconosciti scontrarsi con la polizia, che fino ad allora si trovava in disparte; e da quel punto in poi si generava un generale scompiglio che coinvolgeva tutti i presenti. Ovviamente sul nostro giornale di fiducia venivano riportate quelle immagini e nulla dei concetti espressi dalla manifestazione pacifica.

Ora, che cosa avremmo appreso da tale video? Difficile dirlo. Se il contratto con questo “interlocutore del video” fosse di pregressa fiducia, ovvero se si trattava di un conoscente, la versione del nostro giornale inizierebbe a scricchiolare dal podio su cui NOI l’avevamo collocata. Se invece questo interlocutore, a noi sconosciuto, per brutta immagine, per accento strano o per altre futilità, non ci desse alcuna fiducia, la versione del giornale acquisterebbe forza.

Qui sorgerebbe un problema intrinseco però: due versioni, e persino totalmente discordanti. Alcuni elementi della seconda versione, seppure non ufficiali, mostrano aspetti che inficiano pesantemente la prima versione.
Cosa fare? Soluzione 1: credere ciecamente al giornale, che nel suo sconfinato scopo di informare ha persino partorito un nomignolo per denigrare quelle persone. Soluzione 2: credere ciecamente al manifestante ed al suo video, ma sarebbe tutto vero? Soluzione 3: cercare altre fonti, investire tempo, energie, risorse, ecc, nella speranza di ottenere un quadro più definito, affidandosi al sentore che “la verità, prima o poi viene a galla“. Attenzione però! La raggiunta verità, dopo mille ricerche, mi costringerebbe a contro-aggiornare tutti i “contratti non scritti” con le fonti che non riportano la notizia vera, ed a chiedermi se questi non avessero secondi fini. Questo potrebbe essere anche motivo di personale disagio, di sconfitta interiore, e di vergogna nell’aver sostenuto, coscientemente o no, delle tesi fasulle. Un ulteriore indice di accrescimento interno sarebbe ammettere il proprio errore.

LA VALUTAZIONE DELL’APPROVVIGIONAMENTO FINANZIARIO DELLE FONTI

C’e’ sempre da chiedersi: quanto pago per le informazioni che ricevo? E se non pago, sono attendibili comunque?

Tante testate online sono, almeno apparentemente, gratuite. Il manifestante in piazza, con il suo video, mi mostra gratuitamente altre informazioni. Il manifestante in piazza ha un suo lavoro, si auto-finanzia, e ha speso il suo tempo e le sue energie per diffondere un messaggio. Come mezzo usa il suo social. La testata giornalistica invece è per forza finanziata da qualcuno, ma chi?

Se io non li pago minimamente, oppure suppongo che “visionare le loro pubblicità” sia una sufficiente remunerazione alla mole di notizie date (ipotesi un po fantasiosa), allora chi li paga per darmi le notizie?

La valutazione dell’approvvigionamento finanziario è uno dei tanti modi per capire quando viene detta la verità.

Il concetto di valutare, cercare, investigare, soppesare le conoscenze e le informazioni a nostra disposizione, è definito “processo di ricerca della verità”. Non tutti lo eseguono. Non tutti hanno voglia e tempo di indagare, e di capire, e di decidere con la propria mente cosa viene detto, e cosa soprattutto non viene detto. Non tutti curano con una scaletta, i “contratti non scritti” e l’attendibilità delle informazioni. Questo processo, è tipico delle persone accorte e a loro va dato merito. Ma la maggior parte delle persone, legge a malapena il titolo che gratuitamente gli viene posto davanti, e su questo basa l’interezza della propria opinione.

Come sappiamo però da anni, nel concetto stesso di opinione pubblica, si influenzano le masse verso certi pensieri… Le si indirizza proprio. Le si spinge verso direzioni che magari mai avrebbero preso in autonomia. Questo tipo di esperimento sociale si chiama “manipolazione delle masse” e spesso i finanziatori di queste manipolazioni sono coloro che hanno interesse a deviare la notizia stessa. Governi? Lobby? Enti? Coloro che meno ti aspetti e che di facciata scrivono “Onlus filantropiche e benefiche per i più poveri”? Può darsi…

Chi gestisce l’informazione comunque lo sa bene. E soprattutto, in Italia, ringrazia gli ingenui che non verificano alcunchè, e ringrazia altrettanto gli enti paganti, per il loro proficuo sostentamento economico seppur non tanto disinteressato

CONCLUSIONI

Ora che sono stati spiegati in modo (credo) chiaro i tre concetti, ovvero:

1) Il contratto non scritto che sigilla l’accordo tra noi e chi noi riteniamo attendibile.
2) Il concetto di sapere, che integra sempre una semplificazione funzionale della conoscenza delle cose.
3) Il concetto di indagare, laddove sia possibile, la verità nelle sue infinite sfumature…
…E’ tempo di riassumere in poche parole quello che ci serve sapere, per muoverci nel futuro di questa società.

E le conclusioni sono: che non ci sono conclusioni certe! Ma è certo invece il concetto di stupidità umana.

E’ stupido quindi sigillare contratti non scritti di fiducia con entità di cui non conosciamo l’attendibilità ed i reali fini e, in particolar modo, con gli organi di informazione di massa online, di cui non sappiamo quando e come ci stiano ingannando, ne tantomento ci domandiamo chi li finanzi realmente, visto che la vendita di giornali cartacei è ormai approssimata allo zero.

E’ stupido inoltre ostentare di “sapere qualcosa”, magari imponendola con la forza e/o la discriminazione (come si vede spesso oggigiorno), quando è nella nostra natura, sia apprenderla da contratti di fiducia inconsistenti, sia semplificarla a livello elementare, vendendola poi agli altri come “conoscenza universale”…. Semplificazioni che, ricordiamolo, rendono un’informazione o una conoscenza fruibile per lo più a noi stessi, ma di contro, difficilmente usabile per gli altri.

Infine è oltremodo stupido non verificare mai le fonti, e neppure confrontarle tra loro, dando tutto per assunto in base a convinzioni personali che ci rassicurano a non indagare oltre. Qualsiasi giudice, anche un principiante, prima di stabilire un verdetto, sente almeno le due parti coinvolte… almeno. La realtà invece ci fa fare il giro tra varie fonti che noi stessi sappiamo essere sempre perfettamente allineate. Invece, basta un dettaglio in un video per mettere in dubbio 1000 giornali, e se lo notiamo è nostro dovere indagare.

E’ comunque semplice capire chi dice il vero nella stragrande maggioranza dei casi. Chi dice il vero, propone le fonti molto autorevoli da cui ha appreso certe notizie, parla della conoscenza per spiegarla in tutte le sue fasi e, sui social, fornisce risposte puntuali alle domande, senza imporsi.
Chi perpetra il falso, propone analisi approssimative, non cita alcuna fonte autorevole, non parla a meno che costretto, della conoscenza messa sul piatto della bilancia (ma tende a cambiare discorso), e soprattutto si dedica all’insulto e alla calunnia delle fonti che vuole combattere. Solitamente cita se stesso con link collegati ad altri link che non portano mai a fonti autorevoli, ma inducono ad un circolo vizioso atto a sfinire la ricerca.

Se memorizzerete queste caratteristiche, vi sarà molto semplice comprendere molti dei dibattiti a cui si assiste quotidianamente.

Ordunque, villico o villano, ora sta a Te! La prossima volta che ricevi “un’informazione di regime” da fonti di massa, e sulla base di questa, basi i tuoi “insulti” verso qualcuno e/o discrimini qualcun altro, e sempre basandoti su questa, ti arroghi il diritto di possedere “l’esclusiva verità”, anche perchè condivisa dalla somma delle masse che seguono il tuo stesso circuito di informazione, pensa, piuttosto, a come facilmente ti abbiano illuso, manipolato, influenzato e persino ingannato, al fine di non farti sapere uno o molti aspetti della verità e, peggio ancora, indurti a non cercare ulteriormente.

Se riuscirai a scremare orgoglio e arroccamenti di fede, e scenderai dal castello dell’Ego nella quale ti sei rifugiato per pigrizia o paura, potresti persino maturare un ragonevole dubbio: ovvero, che coloro che condanni e insulti e sbeffeggi, non abbiano già appreso, elaborato e persino combattuto, molto prima di Te, una verità che ignori… Probabilmente, difendendo anche il tuo futuro.

Grazie per la lettura.

Eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità.

Sherlock Holmes

_Lord Hol Napult_

This entry was posted on mercoledì, Dicembre 16th, 2020 at 18:40 and is filed under Future, governo, guerra, Italia, luce, politica, Progresso, realtà, Riflessioni Digitali, riflettere, Storia, universo, vita. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

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