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Non era necessario aspettare il perdurare di un’azione umiliante per riconoscere l’era di decadenza in cui avanziamo.

Non era necessario un demone lontano, un entità malefica e spietata, che con il sorriso ed il costume in ordine, mostrava a noi stessi le debolezze e gli errori.. di noi stessi.

Non era necessario solcare con tutta la nostra predisposizione all’infinito, un tempo caduco e morente come quello che ci adombra.

La verità di questa grande piaga, non risiede tra le venature distorte di giornali, notizie e direttive massoniche. La piaga era ed è solamente sulla nostra pelle. Nelle nostre mani, nel nostro intento, nelle nostre vite. Negli occhi di chi incontri. Nei tuoi occhi. Abbiamo protratto fin troppo la nostra negligenza verso aspetti che sapevamo essere importanti, ma cronicamente ignorati, calpestati e dimenticati. Spinti forzozamente nel subconscio al fine di annichilirne il disturbo.

Nelle regole dell’Universo, è la Verità stessa delle cose che, tornando a galla, ci ricorda che se vivi sbilanciato nel disequilibrio planetario, non ti stai comportando come una creatura figlia dell’ordine. Le altre creature, volpi, aquile, farfalle e insetti, il loro equilibrio lo hanno trovato e rispettato. Forse non hanno tutti un’agiatezza e una comodità, non come la razza umana, e non hanno pervaso l’ambiente con la nefandezza delle proprie “opere”, spiegandosi quotidianamente in volto su quanto l’orrido fosse bello e piacevole… loro, molto meno evoluti, hanno qualcosa che noi non avremo mai: l’equilibrio.

Ed ora, raggirati da noi stessi, ci auto-condanniamo ad un esistenza di costumi fastidiosi e inibizioni inique e vincolanti. Ora decadenza e oscurità sono l’unico rifugio per chi, maturata la giusta consapevolezza, svela oltre la cortina di fumo, l’operato di anni di delirio.

Vaccini, violenze, cementificazioni, ingiustizie, razzie, dolore e potere, nel micidiale liquido esistenziale atto a rendere letale la vita di molti. Crearlo o ingerirlo è solo questione di appartenenza, ma la vera appartenenza, quella dell’umana razza, ha già fallito miseramente, e presto, non avendo pace nell’incedere verso il Vuoto e senza migliorare alcun risultato, procederà a corrodere se stessa.

E cosi vagheremo, ostacolati da noi stessi come fossimo infinite proiezioni, errate e violente, della nostra stessa copia. E incontreremo le nostre bugie, incontreremo le nostre afflizioni, incontreremo le nostre dimenticanze, il nostro basso rispetto, la nostra morale permanentemente assente. E, scrutandoci faccia a faccia nello specchio della verità, negheremo, urleremo e rifuggiremo, inseguiti con la stessa energia con cui scappiamo, in un vano tentativo di dileguare, seppur per un ultima volta, i nostri stessi errori. Una corsa invincibile contro le nostre stesse paure. Fino al tracollo finale.

La morte non è altro che una liberazione per aver condotto una vita scellerata. La coscienza, così tanto decantata nell’uomo rinascimentale, è solo un costrutto di ricordi ereditati che sono stati, forse, un punto di rivoluzione interna per la gente di molto tempo fa.

E ora, ora invece, nel nostro tempo, siamo l’ombra di una vita non vissuta, esseri vaganti nel desolato mare delle anime perdute. Costretti a proseguire senza meta, sospinti nell’intento di capire cosa, nelle nostre grossolane intenzioni, non è andato come volevamo. Ma la risposta, come quel brutto ricordo nascosto nel fitto buio della soffitta, è sempre stata li, e lo rimembriamo benissimo come parte di noi stessi. Si curano forse più le paure delle felicità, e si tenta di nascondere tutto ciò che non vogliamo far fronte o risolvere. Perchè? Forse per pigrizia, delirio, affanno, o semplicemente, non volontà…

E quindi.. e quindi… nel gelido vento delle paure che ci circondano, siamo come un fuocherello nella nebbia, un ultima fiamma che cerca di resistere alla tempesta di neve e gelo. Semmai ci sia una possibilità, dipende solo, a questo punto, sia dalla fiamma, sia dal gelo. E questo è tutto ciò che conta sapere. La totale perdita di controllo sulla propria vita, e la casualità dell’io contemporaneo travolto dagli eventi che nessuna illusione può ora filtrare.

Senza gloria e senza colpa, la nostra strada finisce oppure, prosegue. Solo la Terra, a sua discrezione, questa volta… deciderà.

_Lord Hol Napult_

This entry was posted on lunedì, Febbraio 8th, 2021 at 22:00 and is filed under eternità, guerra, luce, notte, realtà, Riflessioni Digitali, riflettere, Tempo, universo, vita. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

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