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Immagina di essere di nuovo libero.

Immagina di poter respirare aria pura, di camminare nei boschi, di osservare i colori dei fiori selvatici e sentire il profumo del muschio. Immagina di vedere sorgere il Sole, mentre il freddo pungente fugge via e la rugiada trasforma l’erba in un dipinto di gocce brillanti come stelle, a metà tra il buio della notte ed i colori dei primi raggi gialli e vividi.

Immagina di orientare il tuo sguardo verso una vallata, e girandoti, di trovare altre colline ed altre praterie. Immagina di poter correre, e forse anche volare, e di solcare fiumi e rocce, verdi pascoli e casupole di legno e pietra, forse antiche, forse senza tempo. Immagina il profumo della resina dei pini, mentre le foglie degli alberi caduchi si tingono di verde chiaro, giallo, rosso, marrone e marrone scuro, come se avessero assorbito tutte le gradazioni della luce del Sole e della Luna ma non volessero perderne memoria.

Immagina il suono del vento, persistente, lieve, talvolta più forte, e il fruscio dei fili paglierini che robusti e duri sopravvivono a quel freddo, a quel mondo. Immagina lontano il suono delle cornacchie che libertine volteggiano e migrano da rupe a colle, da vallata a radura.

Immagina il silenzio. Lontano l’eco di battaglie interiori e di ricordi difficili, vicino il suono della fine di quei giorni. Se tutto perde valore in quell’istante, ed assieme ad esso il peso che giace sulle coscienze, allora immagina la libertà della tua mente, il risveglio del tuo spirito, e abbandona tutto il resto al tempo passato.

E ancora… immagina di essere ora una talpa nel mondo, mentre percorre tranquilla i suoi cunicoli sotterranei, scansando sassolini e morbida terra scura. Immagina l’odore delle radici, umide di acqua piovana e rugiada, mentre i vermi, tuoi amici, e altri abitanti di laggiù, attraversano lenti e determinati i tuoi percorsi, forse con reverenza. Immagina il buio più totale, senza che sia per forza un difetto. Immagina di non aver bisogno di altro che del tuo tatto e del tuo olfatto. Per trovare la strada verso il nido, o per cercare qualche nutrimento.

E risvegliati. Rinasci.

Immagina ora di correre, con pochi stracci addosso, senza vergogna, e di raggiungere il ruscello dove bere, o la roccia vicina da cui è possibile osservare gli altri abitanti. Ognuno di essi intenti a vivere questo frangente di tempo e spazio, come ospiti onorati dell’esistenza. Forse ognuno di essi già risvegliato, e già rinato. Ed ognuno consapevole dell’effimero, e consapevole che un giorno, in questo posto, è solo un attimo della propria esistenza, e che al termine migrerà in qualcosa d’altro, lontano, in qualche altro posto,e in qualche altra forma.

Se riesci ad immaginarlo, sei già a metà del viaggio. Se riesci ad immaginarlo, sei già padrone del viaggio. Forse, non ci sono vere catene che possono legare la tua mente… e se non ci sono catene che legano il tuo corpo, devi solo avvicinare a te un po di coraggio…

Prendi, e vai.. Sei libero… Lo sei sempre stato.

_Lord Hol Napult_

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This entry was posted on giovedì, Ottobre 29th, 2020 at 20:07 and is filed under eternità, governo, guerra, Italia, luce, notte, Poesia, realtà, Riflessioni Digitali, riflettere, Tempo, universo, vita. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

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